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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-03-21 ad oggi 2010-03-21

Il voto per le elezioni regionali punisce i conservatori e il presidente Nicolas Sarkozy

All'onda rosa resiste l'Alsazia, tradizionale roccaforte dell'Ump. Astensionismo in calo

Francia, gli exit-poll dicono gauche

La sinistra unita al 54%, la destra al 36%

Francia, gli exit-poll dicono gauche La sinistra unita al 54%, la destra al 36%

PARIGI - Il voto per le elezioni regionali in Francia punisce le destre e il presidente Nicolas Sarkoy. Secondo gli exit-poll, la sinistra (partito socialista, verdi e sinistra radicale) ottiene il 54% dei consensi contro il 36% andato al blocco guidato dall'Ump di Sarkozy. L'avanzata del Fronte Nazionale di Jean Marie Le Pen si ferma all'8,7% (al primo turno aveva ottenuto l'11%). Sempre secondo gli exit-poll, il partito Socialista e i suoi alleati hanno conquistato il controllo di tutte le regioni meno l'Alsazia dove la lista Ump-Nc guidata da Philippe Richert ha raccolto il 47,1%.

Alsazia alla destra, Corsica alla sinistra. Conservare l'Alsazia era la condizione indispensabile per la destra di governo per evitare la disfatta completa in queste elezioni di metà mandato. La sinistra, però, ha strappato alla destra la Corsica, l'altra regione che era in mano alla maggioranza di governo, conquistando il 36,70% dei voti davanti all'Ump (27,50%). L'altra regione che sfugge all'onda rosa è La Reunion, isola dell'Oceano indiano governata fino a oggi dal Partito comunista.

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Dalessandro Giacomo

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AVVENIRE

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2010-03-21

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2010-03-21

Il voto per le elezioni regionali punisce i conservatori e il presidente Nicolas Sarkozy

All'onda rosa resiste l'Alsazia, tradizionale roccaforte dell'Ump. Astensionismo in calo

Francia, gli exit-poll dicono gauche

La sinistra unita al 54%, la destra al 36%

Francia, gli exit-poll dicono gauche La sinistra unita al 54%, la destra al 36%

Martine Aubry al seggio

PARIGI - Il voto per le elezioni regionali in Francia punisce le destre e il presidente Nicolas Sarkoy. Secondo gli exit-poll, la sinistra (partito socialista, verdi e sinistra radicale) ottiene il 54% dei consensi contro il 36% andato al blocco guidato dall'Ump di Sarkozy. L'avanzata del Fronte Nazionale di Jean Marie Le Pen si ferma all'8,7% (al primo turno aveva ottenuto l'11%). Sempre secondo gli exit-poll, il partito Socialista e i suoi alleati hanno conquistato il controllo di tutte le regioni meno l'Alsazia dove la lista Ump-Nc guidata da Philippe Richert ha raccolto il 47,1%.

Alsazia alla destra, Corsica alla sinistra. Conservare l'Alsazia era la condizione indispensabile per la destra di governo per evitare la disfatta completa in queste elezioni di metà mandato. La sinistra, però, ha strappato alla destra la Corsica, l'altra regione che era in mano alla maggioranza di governo, conquistando il 36,70% dei voti davanti all'Ump (27,50%). L'altra regione che sfugge all'onda rosa è La Reunion, isola dell'Oceano indiano governata fino a oggi dal Partito comunista.

La conquista di Parigi. La sinistra ha conquistato anche la regione di Parigi, l'Ile-de-France, con una vistosa vittoria del candidato socialista Jean-Paul Huchon ai danni della ministra dell'Insegnamento superiore, Valerie Pecresse (Ump). Un altro risultato altamente significativo, dal momento che l'Ile-de-France oltre ad essere la regione della capitale è anche la più popolosa d'Europa.

Astensionismo in calo. Nonostante il calo dell'astensionismo (dal 53% al 50%) l'Ump non è riuscita a recuperare lo svantaggio nei confronti della sinistra. Rispetto al primo turno lo schieramento conservatore ha riconquistato i voti travasati dal Front National. Anche se la maggiore mobilitazione è stata equamente divisa tra destra e sinistra.

 

Il mea culpa dell'Ump. "Non abbiamo saputo convincere" commenta il premier francese Francois FIllon commentando le prime stime del voto regionali. Per l'Ump "è una delusione me e ne assumo tutte le responsabilità". Fillon andrà domattina all'Eliseo per "fare il punto sul messaggio dei francesi" del voto.

La gioia dei socialisti. "Stasera i francesi hanno respinto una politica ingiusta, fatta di regali fiscali per i più privilegiati a detrimento della lotta alla disoccupazione e al sostegno al settore pubblico - dice il segretario socialista, Martine Aubry - Stasera la Francia ha chiesto di cambiare profondamente politica".

(21 marzo 2010) Tutti gli articoli di Esteri

 

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2010-03-21

Il voto per le elezioni regionali punisce i conservatori e il presidente

All'onda rosa resiste l'Alsazia, tradizionale roccaforte dell'Ump. Astensionismo in calo

Francia: vince la gauche, perde Sarkozy

La sinistra unita al 54%, la destra al 36%

Francia: vince la gauche, perde Sarkozy La sinistra unita al 54%, la destra al 36%

Martine Aubry al seggio

PARIGI - Il voto per le elezioni regionali in Francia punisce le destre e il presidente Nicolas Sarkozy. Gli exit-poll sono chiari: la coalizione di sinistra (partito socialista, verdi e sinistra radicale) ottiene il 54% dei consensi contro il 36% andato al blocco guidato dall'Ump di Sarkozy. L'avanzata del Fronte Nazionale di Jean Marie Le Pen si ferma all'8,7% (al primo turno aveva ottenuto l'11%). Sempre secondo gli exit-poll, il partito Socialista e i suoi alleati hanno conquistato il controllo di tutte le regioni meno l'Alsazia dove la lista Ump-Nc guidata da Philippe Richert ha raccolto il 47,1%.

Alsazia alla destra, Corsica alla sinistra. Conservare l'Alsazia era la condizione indispensabile per la destra di governo per evitare la disfatta completa in queste elezioni di metà mandato. La sinistra, però, ha strappato alla destra la Corsica, l'altra regione che era in mano alla maggioranza di governo, conquistando il 36,70% dei voti davanti all'Ump (27,50%). L'altra regione che sfugge all'onda rosa è La Reunion, isola dell'Oceano indiano governata fino a oggi dal Partito comunista.

La conquista di Parigi. La sinistra ha conquistato anche la regione di Parigi, l'Ile-de-France, con una vistosa vittoria del candidato socialista Jean-Paul Huchon ai danni della ministra dell'Insegnamento superiore, Valerie Pecresse (Ump). Un altro risultato altamente significativo, dal momento che l'Ile-de-France, oltre ad essere la regione della capitale, è anche la più popolosa d'Europa.

Astensionismo in calo. Nonostante il calo dell'astensionismo (dal 53% al 50%) l'Ump non è riuscita a recuperare lo svantaggio nei confronti della sinistra. Rispetto al primo turno lo schieramento conservatore ha riconquistato i voti travasati dal Front National. Anche se la maggiore mobilitazione è stata equamente divisa tra destra e sinistra.

 

Il mea culpa dell'Ump. "Non abbiamo saputo convincere" commenta il premier francese Francois FIllon commentando le prime stime del voto regionali. Per l'Ump "è una delusione me e ne assumo tutte le responsabilità". Fillon andrà domattina all'Eliseo per "fare il punto sul messaggio dei francesi" del voto.

La gioia dei socialisti. "Stasera i francesi hanno respinto una politica ingiusta, fatta di regali fiscali per i più privilegiati a detrimento della lotta alla disoccupazione e al sostegno al settore pubblico - dice il segretario socialista, Martine Aubry - Stasera la Francia ha chiesto di cambiare profondamente politica".

(21 marzo 2010) Tutti gli articoli di Esteri

 

 

 

 

L'UNITA'

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2010-03-21

Voto in Francia, batosta per Sarkozy La sinistra stravince con il 54,3

Le Regionali in Francia si sono rivelate una vera e propria batosta per Sarkozy. Secondo i primi exit poll la sinistra stravince con il 54,3%, la destra si ferma al 36%, all'8,7% il Front Nazional: è quanto risulta da un sondaggio della Opinionway. La regione Alsazia resta al centrodestra: la lista UMP-NC guidata da Philippe Richert ha raccolto il 47,1% dei voti al secondo turno delle regionali in Francia. È una delle poche consolazioni per il centrodestra del presidente Nicolas Sarkozy in un voto che ha visto a livello nazionale l'associazione di socialista ed ecologisti ottenere oltre il 54% dei voti secondo i sondaggi. Conservare l'Alsazia, tradizionalmente un bastione conservatore in Francia, era la condizione indispensabile per la destra di governo per evitare la disfatta completa in queste elezioni di metà mandato. L'altra regione che sfugge all'onda rosa, pur se politicamente molto meno significativa dell'Alsazia, è La Reunion, isola dell'Oceano indiano governata fino ad oggi dal Partito comunista.

Il segretario socialista "Stasera i francesi hanno respinto una politica ingiusta, fatta di regali fiscali per i più privilegiati a detrimento della lotta alla disoccupazione e al sostegno al settore pubblico": lo ha detto il segretario socialista, Martine Aubry, nel primo commento ai risultati del secondo turno delle regionali francesi. "I francesi hanno fatto una scelta a favore della sinistra - ha proseguito - per una politica che li protegga, li difenda nella vita quotidiana. Da domani saremo al lavoro per mantenere i nostri impegni, sul lavoro, per la difesa dei giovani, per le piccole imprese, per gli agricoltori". "I francesi - ha aggiunto la Aubry - hanno detto anche no alla strumentalizzazione della paura da parte del governo. Hanno parlato e devono essere ascoltati. Stasera la Francia ha chiesto di cambiare profondamente politica".

La destra ammette la sconfitta L'esito del secondo turno del voto regionale in Francia rappresenta un "successo per le liste

della gauche. Non abbiamo saputo convincere". Lo ha detto il premier francese Francois FIllon commentando le prime stime del

voto regionali. Per l'Ump, il partito di destra al potere di Nicolas Sarkozy "è una delusione", ha detto ancora Fillon, aggiungendo: "Me ne assumo tutte le responsabilità".

In calo l'astenssionismo: i francesi sono tornati alle urne in questo secondo turno delle regionali. Alle 17, secondo il ministero degli Interni, ha votato il 43,47% degli iscritti, 8 punti in meno rispetto al 2004 alla stessa ora (51,24%) ma 4 punti in più di domenica scorsa (39,29%). Alle 12 il tasso di partecipazione era stato del 18,57%, contro il 16,55% della stessa occasione nel 2004 e il 16,07% di una settimana fa alla stessa ora.

21 marzo 2010

il SOLE 24 ORE

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2010-03-21

La sinistra francese al 54%

Disfatta Sarkozy alle regionali

dal nostro corrispondente Attilio Geroni

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21 marzo 2010

La sinistra francese al 54% Disfatta Sarkozy alle regionali - Nella foto Martin Aubry- afp-photo

"Dai nostri archivi"

Amministrative in Francia: la sinistra rialza la testa

<span id="U24013685297819KG" style="">ELEZIONI REGIONALI</span> La Francia punisce Sarkozy Socialisti primo partito

Sarkozy in crisi di popolarità al test delle regionali

Francia: già delusi da Sarkozy, gli elettori votano a sinistra

Municipali francesi, exit poll: sinistra 47,5Subject:

PARIGI - Alla valanga rosa della sinistra guidata dai socialisti di Martine Aubry è mancato il grande slam e la destra di Nicolas Sarkozy ha salvato l'onore (ma solo quello) mantenendo il feudo dell'Alsazia. (la Corsica è stata persa). Le regionali francesi hanno sanzionato pesantemente quasi tre anni di governo dell'Ump, partito della maggioranza presidenziale, dando alle liste unite della sinistra (socialisti, ecologisti e comunisti) una vittoria netta – e insperata soltanto qualche mese fa – con il 54% dei consensi secondo le proiezioni.

I neogollisti raccolgono con le loro liste uniche il 37% mentre il Fronte nazionale di Jean-Marie e Martine Le Pen è la terza forza politica del paese arrivando quasi al 7% dei voti. L'astensionismo, grande protagonista del primo turno con il 53,5%, è in arretramento e sempre secondo le stime non dovrebbe superare il 49 per cento. Ciò non ha impedito al segretario dell'Ump, Xavier Bertrand, di minimizzare, come aveva fatto dopo il primo turno, la portata della sconfitta: "Non è un voto di adesione alla sinistra, è soprattutto un voto di astensione", ha detto. Ma le voci del dissenso non sono mancate all'interno della maggioranza, a cominciare da quella di Jean-François Copé, capogruppo Ump alla camera, personaggio politico in forte ascesa e con ambizioni presidenziali: "È stata una vera sconfitta, dobbiamo tornare ai fondamentali", ha ammesso.

Finalmente esulta la Aubry, segretario socialista eletta un anno e mezzo fa tra mille critiche e polemiche e oggi accreditata di una guida sicura: "È stato un voto di rifiuto nei confronti del presidente e del governo. Bisogna cambiare radicalmente politica", ha esortato. Adesso si attendono le mosse del presidente della Repubblica, che ha convocato per lunedi' alle 9 il premier François Fillon. Ci saranno cambiamenti importanti alla guida del governo? Sarà lo stesso primo ministro a fare da capro espiatorio? Difficile a dirsi, anche perché nonostante tutto la popolarità di Fillon resta decisamente superiore a quella del capo dello stato: "Assumo la mia parte di responsabilità", ha detto il premier, che lunedì alle 9 è convocato all'Eliseo.

Al di là del rimpasto, che il segretario generale dell'Eliseo, Claude Guéant, aveva preannunciato come "tecnico" e di "entità limitata", i cambiamenti più importanti riguarderanno la linea politica e riformista del presidente Sarkozy. Da qualunque prospettiva la si guardi e nonostante la maggioranza abbia sempre sottolineato il carattere locale della consultazione, le elezioni regionali rappresentano un pesante voto di sfiducia nei confronti del governo in carica. Circa una decina tra ministri e sottosegretari erano infatti capolista e cio' significa un impegno diretto dell'esecutivo nell'appuntamento col voto.

Senza dubbio sarà ripensata, in maniera graduale, la cosiddetta ouverture, l'apertura a sinistra, che ha portato nel governo figure come Bernard Kouchner al ministero degli Esteri oppure esponenti, sempre della gauche, come l'ex premier socialista Michel Rocard, a presiedere commissioni di lavoro incaricate dall'Eliseo. Col passare del tempo, ciò che era stato percepito (soprattutto all'estero) come segno di grande lungimiranza e acume politico, ha mostrato i suoi limiti: l'opposizione si è nel frattempo riorganizzata dopo un primo sbandamento, i risultati concreti di questa stessa ouverture sono spesso mancati, si è creato un grande malumore all'interno della stessa maggioranza gollista e sull'opinione pubblica ha finito col prevalere la sensazione di un grande effetto speciale.

Ma è soprattutto il metodo scelto per riformare il paese ad essere rimesso in questione col voto di domenica. Già la settimana scorsa in un'intervista al Magazine del Figaro, Sarkozy aveva anticipato una "pausa" nella seconda metà dell'anno prossimo accompagnato da una fase di "ascolto" dell'elettorato. Parole strane per un capo dello stato che aveva fatto dell'onnipresenza e delle decine e decine di progetti di legge portate avanti nello stesso momento, il proprio marchio di fabbrica. Il periodo degli annunci a raffica è probabilmente tramontato e anche quello della sovraesposizione mediatica.

Ad attendere Sarkozy ci sono appuntamenti difficili che non sembrano fatti apposta per accrescere la sua popolarità, ma che non sono più rinviabili. Nella seconda metà di aprile comincerà la concertazione tra parti sociali per la riforma delle pensioni, mentre entrerà nel vivo il dibattito sulla riduzione del debito e del deficit pubblico. Imprenditori e sindacati avranno tempo fino all'estate per arrivare a un accordo che potrebbe portare un allungamento dell'età pensionabile, attualmente fissata in 60 anni, perché il governo vuole legiferare non più tardi dell'autunno. Ma che cosa accadrà se a settembre le parti sociali non avranno chiuso? Come in altre occasioni Sarkozy cercherà di forzare la mano oppure saprà aspettare, nel nome di un'intesa che sia la più condivisa possibile? Il suo capitale di popolarità e fiducia è evaporato rapidamente, come dimostra il risultato delle regionali, e sarà per lui più difficile far passare con colpi di mano provvedimenti strutturali.

Insomma, una strada tutta in salita per lui fino al 2012, anno di elezioni presidenziali. E con un quadro politico nuovamente in movimento, dove la sinistra si è rafforzata integrando la variabile ecologista e l'estrema destra si è ripresa ciò che l'Ump le aveva tolto nel 2007 sui temi dell'identità nazionale e dell'immigrazione. Oggi quei temi appaiono meno prioritari rispetto ai contraccolpi sociali della crisi economica e a una exit strategy che si presenta ancora confusa e difficile da mettere in pratica.

21 marzo 2010

 

 

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