Formazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

FORMAZIONE

il FIGLIO dell'UOMO

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dal 28 Marzo al 4 Aprile 2010

9a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo

L'ARGOMENTO DI OGGI

Aderite all"

ORDINE LAICO dei " CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO" per VIVERE il VANGELO, Diventate CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO vivendo la Vostra VITA in FAMIGLIA e sul LAVORO secondo VIA, VERITA' VITA

dai GIORNALI di OGGI

I dati dell'istat Lavoro, la disoccupazione sale al 7,4%

Il numero degli occupati cala di 378mila unità, in flessione dell'1,6% rispetto allo stesso periodo del 2008

ROMA - L'impatto della crisi si fa sentire sul mercato del lavoro. Nel secondo trimestre, secondo i dati diffusi dall'Istat, il numero degli occupati è calato di 378mila unità, in flessione dell'1,6% rispetto allo stesso periodo del 2008 (-0,3% rispetto al primo trimestre 2009). Il tasso di disoccupazione è salito al 7,4%, in crescita rispetto al 6,7 dello stesso periodo del 2008…

2009-09-22

Immigrati in crisi: dimezzate le previsioni di assunzioni

22 settembre 2009

Una risorsa chiamata immigrati

Bankitalia: gli immigrati non tolgono lavoro agli italiani…

18 agosto 2009

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

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2009-09-22

Tabella 2.

Forze di lavoro per condizione - dati destagionalizzati

(migliaia di unità e variazioni congiunturali percentuali)

Periodo

Forze di lavoro

Occupati

Persone in cerca di occupazione

Valori assouti

Variazioni percentuali rispetto al trimestre precedente

Valori assouti

Variazioni percentuali rispetto al trimestre precedente

Valori assouti

Variazioni percentuali rispetto al trimestre precedente

2006

II Trimestre

24.729

0,3

23.028

0,6

1.701

-4,5

III Trimestre

24.572

-0,6

22.949

-0,3

1.623

-4,6

IV Trimestre

24.605

0,1

23.026

0,3

1.580

-2,7

2007

I Trimestre

24.555

-0,2

23.057

0,1

1.497

-5,2

II Trimestre

24.661

0,4

23.169

0,5

1.492

-0,3

III Trimestre

24.875

0,9

23.331

0,7

1.544

3,5

IV Trimestre

24.879

0,0

23.311

-0,1

1.568

1,6

2008

I Trimestre

25.066

0,8

23.431

0,5

1.635

4,3

II Trimestre

25.145

0,3

23.450

0,1

1.695

3,6

III Trimestre

25.089

-0,2

23.381

-0,3

1.708

0,8

IV Trimestre

25.067

-0,1

23.308

-0,3

1.758

2,9

2009

I Trimestre

25.046

-0,1

23.225

-0,4

1.820

3,5

II Trimestre

25.006

-0,2

23.167

-0,3

1.839

1,0

 

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2009-09-22

I dati dell'istat

Lavoro, la disoccupazione sale al 7,4%

Il numero degli occupati cala di 378mila unità, in flessione dell'1,6% rispetto allo stesso periodo del 2008

ROMA - L'impatto della crisi si fa sentire sul mercato del lavoro. Nel secondo trimestre, secondo i dati diffusi dall'Istat, il numero degli occupati è calato di 378mila unità, in flessione dell'1,6% rispetto allo stesso periodo del 2008 (-0,3% rispetto al primo trimestre 2009). Il tasso di disoccupazione è salito al 7,4%, in crescita rispetto al 6,7 dello stesso periodo del 2008, segnando il livello più alto dal quarto trimestre del 2005. Il dato tendenziale dell'occupazione, spiega l'Istat, è il peggiore dal secondo trimestre del 1994. Il tasso di occupazione, pari al 57,9%, è il più basso degli ultimi 4 anni.

OFFERTA DI LAVORO - Nel secondo trimestre 2009, sempre secondo i dati Istat, l'offerta di lavoro registra, rispetto allo stesso periodo del 2008, una riduzione dell'1% (-241.000 unità). Rispetto al primo trimestre 2009, al netto dei fattori stagionali, l'offerta di lavoro si riduce dello 0,2%. Nel secondo trimestre 2009 il numero di occupati risulta pari a 23.203.000 unità, in forte calo su base annua (-1,6%, pari a -378.000 unità). Il risultato sintetizza il protrarsi della caduta dell'occupazione autonoma delle piccole imprese, l'accentuarsi del calo dei dipendenti a termine e la nuova riduzione del numero dei collaboratori. In termini destagionalizzati e in confronto al primo trimestre 2009, l'occupazione nell'insieme del territorio nazionale registra una flessione pari allo 0,3%. Il tasso di occupazione della popolazione tra 15 e 64 anni scende dal 59,2% del secondo trimestre 2008 all'attuale 57,9%. Il numero delle persone in cerca di occupazione sale invece a 1.841.000 unità (+137.000 unità, pari al +8,1% rispetto al secondo trimestre 2008). In rapporto alla caduta dell'occupazione, la crescita più contenuta della disoccupazione si associa al nuovo sensibile incremento dell'inattività (+434.000 unità, pari al +3,0%) concentrato nelle regioni meridionali e dovuto a fenomeni di scoraggiamento, alla mancata ricerca del lavoro di molte donne per motivi familiari, al ritardato ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.

 

22 settembre 2009

 

 

 

 

 

 

2009-09-16

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2009-09-22

Gli inattivi aumentano di 434.000 unità, concentrate nelle Regioni meridionali

Il calo determinato dalla riduzione dei contratti a termine e di collaborazione

Istat, disoccupazione al 7,4%

Occupati, mai così giù da 15 anni

Istat, disoccupazione al 7,4% Occupati, mai così giù da 15 anni

ROMA - Il tasso di disoccupazione in Italia del secondo trimestre è pari al 7,4%, in crescita rispetto al 6,7% del secondo trimestre 2008. Si tratta del dato più alto dal primo trimestre 2006. Lo comunica l'Istat. Sul dato ha influito soprattutto l'incremento degli inattivi (+434mila unità), concentrato nelle regioni meridionali e dovuto a fenomeni di scoraggiamento: mancata ricerca del lavoro di molte donne per motivi familiari, al ritardato ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.

Calo tendenziale peggiore dal '94. In termini assoluti il numero degli occupati è calato di 378mila unità, in flessione dell'1,6% rispetto allo stesso periodo del 2008 (-0,3% rispetto al primo trimestre 2009). Il dato tendenziale, spiega l'Istat, è il peggiore dal secondo trimestre del 1994. Il risultato sintetizza il protrarsi della caduta dell'occupazione autonoma delle piccole imprese, l'accentuarsi del calo dei dipendenti a termine e la nuova riduzione del numero dei collaboratori.

Aumento dell'8,1% di chi cerca lavoro. Il tasso di occupazione, pari al 57,9%, è il più basso degli ultimi 4 anni. Il numero delle persone in cerca di occupazione sale invece a 1.841.000 unità (+137.000 unità, pari al +8,1 per cento rispetto al secondo trimestre 2008).

Aumentano gli occupati stranieri. L'Istat segnala anche che la caduta dell'occupazione è dovuta in gran parte al calo della componente italiana (-399 mila occupati maschi e -163 mila occupate donne) mentre prosegue la crescita dell'occupazione degli stranieri (+89 mila unità maschi e +95 mila unità femmine).

Gli occupati per Regione. A livello territoriale, si registra un nuovo restringimento della base occupazionale nel Nord, con l'eccezione delle province autonome di Trento e Bolzano e dell'Emilia Romagna, dove il numero degli occupati aumenta per il contributo fornito dagli occupati italiani con almeno 50 anni di età e dagli stranieri.

Nel Mezzogiorno il calo dell'occupazione si manifesta in misura accentuata. Nel Centro si segnala un marginale aumento degli occupati (+0,2 per cento, pari a 10.000 unità) dovuto sia alla maggiore crescita tendenziale degli occupati stranieri in questa ripartizione in confronto alle restanti (+17,7 per cento rispetto al 7,9 e all'8,7 per cento, rispettivamente del Nord e del Mezzogiorno) sia alla relativa più lunga permanenza sul posto di lavoro degli occupati italiani con almeno 50 anni di età.

E per settore. L'agricoltura registra una modesta contrazione del numero di occupati (-0,7 per cento, pari a -6.000 unità), concentrata nelle regioni meridionali. La notevole riduzione tendenziale dell'occupazione nell'industria in senso stretto (-3,9 per cento, pari a -197.000 unità) riguarda sia i dipendenti sia gli autonomi nell'insieme del territorio nazionale.

Le costruzioni tornano a segnalare un calo degli occupati (-2,1 per cento, pari a -41.000 unità), soprattutto dipendenti del Nord-est e del Mezzogiorno. Già in discesa nel precedente trimestre, il terziario segnala una nuova riduzione tendenziale dell'occupazione (-0,9 per cento, pari a -134.000 unità) a sintesi del protrarsi del calo degli autonomi e dell'interruzione del processo di crescita dei dipendenti; entrambi i fenomeni si verificano in misura significativa nel Mezzogiorno.

(22 settembre 2009)

 

 

 

I dati del nuovo Rapporto Censis per l'Ocse descrive un fenomeno ancora in crescita

In un anno quasi 500mila iscritti in più all'anagrafe e 65mila bambini nati da genitori stranieri

Immigrati, 3,5 milioni di residenti

ma la crisi fa crescere l'intolleranza

Il sistema del Welfare si regge sul lavoro delle donne migranti: il 72% delle colf e delle badanti

Immigrati, 3,5 milioni di residenti ma la crisi fa crescere l'intolleranza

Roma - Gli immigrati residenti in Italia sono quasi 3,5 milioni, sono sempre più stabili e inseriti, ma nei loro confronti aumentano le discriminazioni. E' uno dei dati che emergono dall'ultimo Rapporto "International Migration Outlook" che il Censis realizza ogni anno per l'Ocse e che è stato presentato oggi al Cnel. Il rapporto conferma che gli immigrati fanno più figli degli italiani, che in Italia nascono sempre più bambini di origine straniera e che un terzo dei permessi di soggiorno è legato a ricongiungimenti familiari.

Il lavoro e la crisi - "Le imprese italiane - si legge nel rapporto - hanno ridimensionato le previsioni di assunzione di personale immigrato: 92.500 nuove assunzioni per il 2009, contro le 171.900 che erano state previste per il 2008". Il peso della crisi tra gli immigrati si coglie anche nell'aumento degli sfratti per morosità a causa del rincaro del canone o della perdita del lavoro (soprattutto al Nord, dove le famiglie immigrate rappresentano il 22% del totale delle famiglie sfrattate). Altro aspetto, il crollo degli acquisti di abitazione (-23% nel 2008) dopo quattro anni di crescita continua.

Calano le rimesse - La recessione colpisce anche le rimesse, i risparmi che gli immigrati mandano ogni mese in patria per sostenere familiari e parenti: diminuisce del 10% la cifra pro capite (155 euro nel 2008 a fronte dei 171 del 2007) e rallenta il ritmo di crescita dell'ammontare complessivo delle rimesse (6,4 miliardi di euro nel 2008).

Discriminazione in aumento - "Le difficoltà legate alla crisi avvertite dagli italiani - scrive il Censis - possono aver determinato anche un calo del livello di tolleranza nei confronti degli immigrati, come dimostra l'aumento degli episodi di discriminazione, il 22,1 per cento dei quali subiti in ambito lavorativo: il 32,1 per cento delle denunce riguarda la fase di accesso al mercato del lavoro, il 23,2 per cento le condizioni lavorative, il 19,6 per cento di azioni di mobbing".

Nuovi italiani crescono - Il Rapporto conferma l'aumento degli immigrati regolarmente residenti in Italia: +16,8% nel 2008, ovvero 493.729 individui in più rispetto all'anno precedente, per un totale di 3.432.651 presenze. "Si consolida anche il processo di stabilizzazione degli immigrati. A gennaio 2008 erano 1.684.906 le famiglie con almeno un componente straniero, pari al 6,9% del totale. Un terzo dei permessi di soggiorno rilasciati nel 2008 (pari a 680.225) è stato motivato da ricongiungimenti familiari. Inoltre ci sono stati 28.932 matrimoni con almeno un coniuge straniero (l'11,6% del totale), numero più che raddoppiato negli ultimi dieci anni (nel 1997 erano stati 13.490).

Il boom nelle scuole - Il livello di fecondità delle donne straniere (2,5 figli per donna) è doppio rispetto a quello delle italiane (1,3 figli per donna). Gli stranieri residenti nati in Italia sono 457.345 (il 13,3% del totale). I nati da genitori stranieri sono 64.049 (l'11,4% del totale dei nati in Italia) e 760.733 sono i minori stranieri residenti nel nostro Paese (pari a più del 20% del totale degli immigrati e ad oltre il 7% dei minori residenti). Negli ultimi 5 anni gli alunni stranieri presenti nelle scuole italiane sono cresciuti del 139,4% (per un totale, nell'anno scolastico 2007-2008, di 574.133 alunni stranieri, il 6,4% del totale).

Il ruolo di colf e badanti - Nel 2008 il numero dei rapporti di lavoro di stranieri registrati presso l'Inail è arrivato a 3.266.395 (+41,9% in quattro anni). Nel 42% dei casi si tratta di donne, divenute ormai indispensabili al nostro sistema di welfare dove il 71,6% delle colf e delle badanti (in tutto circa un milione e mezzo) sono di origine immigrata.

(22 settembre 2009)

 

2009-09-16

 

 

 

 

 

L'UNITA'

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2009-09-22

Lavoro

Istat, occupazione mai così male dal '94

Il tasso di disoccupazione in Italia del secondo trimestre è stato pari al 7,4%, in aumento rispetto al 6,7% registrato nel secondo trimestre 2008. Si tratta del dato più alto dal primo trimestre 2006. Lo comunica l'Istat spiegando che il dato risente soprattutto dell'incremento degli inattivi (+434mila unità).

L'occupazione del secondo trimestre del 2009 è invece diminuita dell'1,6% rispetto al 2008 registrando un calo di 378mila unità, il dato peggiore dal secondo trimestre 1994. Al primo trimestre in termini destagionalizzati il calo è dello 0,3% (-58mila unità).

Il tasso di occupazione scende al 57,9% (il più basso da quattro anni). Al sud l'occupazione diminuisce del 4,1% annuo e dello 0,8% sul primo trimestre del 2009.

22 settembre 2009

 

 

 

 

 

 

2009-09-16

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-09-22

Disoccupazione ai massimi da tre anni

Persi 378mila posti di lavoro

22 settembre 2009

Immigrati in crisi: dimezzate le previsioni di assunzioni

Il comunicato Istat

Le serie storiche

"Dai nostri archivi"

L'occupazione regge grazie agli immigrati

Lavoro, la disoccupazione 2008in Italia è salita al 6,7%

Istat: nel terzo trimestre disoccupazione al 6,1%

Disoccupati al livello più basso da 15 anni

L'incentivo allontana la flessibilità

Cresce la disoccupazione in Italia, al 7,4% nel secondo trimestre dal 6,7% dell'analogo periodo del 2008. Lo rileva l'Istat. Si tratta del livello più alto degli ultimi tre anni. Rispetto al primo trimestre 2009, al netto dei fattori stagionali, il tasso di disoccupazione aumenta di un decimo di punto.

Il tasso di disoccupazione - rileva l'istituto di statistica - aumenta rispetto a un anno prima di nove decimi di punto percentuale per gli uomini e di appena un decimo di punto per le donne, posizionandosi rispettivamente al 6,3 e all'8,8 per cento. Nel Nord l'innalzamento dell'indicatore (dal 3,8 al 5,0 per cento) riguarda sia gli uomini sia le donne; nel Centro il tasso di disoccupazione si porta al 6,7 per cento dal 6,4 per cento di un anno prima, a sintesi di una crescita di moderata entità per la componente maschile e di una sostanziale stabilità per quella femminile. Nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione risulta pari al 12,0 per cento, appena un decimo di punto in più rispetto al secondo trimestre 2008. La crescita riguarda esclusivamente gli uomini. Per gli stranieri il tasso si porta, nel secondo trimestre 2009, all'11,0 per cento dall'8,8 per cento di un anno prima.

In tre mesi persi 378mila posti di lavoro

Nel secondo trimestre il numero di occupati è sceso a 23.203.000 unità e ha registrato un calo dello 0,3% rispetto al primo trimestre in termini destagionalizzati. Rispetto al secondo trimestre del 2008 - comunica l'Istat - si registra una flessione dell'1,6%, pari a 378mila unità, il peggior dato dal secondo trimestre del 1994. "Il risultato - spiega l'istutito di statistica - sintetizza il protrarsi della caduta dell'occupazione autonoma delle piccole imprese, l'accentuarsi del calo dei dipendenti a termine e la nuova riduzione del numero dei collaboratori". L'offerta di lavoro registra, rispetto allo stesso periodo del 2008, una riduzione dell'1% (-241.000 unità). Rispetto al primo trimestre 2009, al netto dei fattori stagionali, l'offerta di lavoro si riduce dello 0,2%. Il tasso di occupazione della popolazione tra 15 e 64 anni scende dal 59,2% del secondo trimestre 2008 all'attuale 57,9 per cento. Il numero delle persone in cerca di occupazione sale invece a 1.841.000 unità (+137.000 unità, pari al +8,1% rispetto al secondo trimestre 2008). In rapporto alla caduta dell'occupazione, la crescita più contenuta della disoccupazione si associa al nuovo sensibile incremento dell'inattività (+434.000 unità, pari al +3,0%) concentrato nelle regioni meridionali e dovuto a fenomeni di scoraggiamento, alla mancata ricerca del lavoro di molte donne per motivi familiari, al ritardato ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.

22 settembre 2009

 

 

 

Immigrati in crisi: dimezzate le previsioni di assunzioni

22 settembre 2009

"Dai nostri archivi"

Una risorsa chiamata immigrati

Unioncamere: crollano le assunzioni di immigrati

Bankitalia: gli immigrati non tolgono lavoro agli italiani

Gli immigrati sono il 5% della popolazione

Nel 2007 domanda record di immigrati. Nel Nord-Est un assunto su tre è straniero

 

ROMA. La crisi colpisce duramente sul fronte del lavoro anche per gli immigrati. Sono dimezzate le previsioni di assunzioni di lavoratori stranieri da parte delle imprese italiane, frena la corsa all'acquisto della casa da parte degli immigrati. I dati emergono dall'ultimo Rapporto "International Migration Outlook", presentato a Roma, che ogni anno il Censis realizza per l'Ocse in qualità di corrispondente per l'Italia, analizzando i principali dati disponibili sul fenomeno migratorio.

Il 42% dei lavoratori immigrati sono donne. Le imprese italiane hanno ridimensionato le previsioni di assunzione di personale immigrato: 92.500 nuove assunzioni per il 2009, contro le 171.900 che erano state previste per il 2008. Nel 2008 il numero dei rapporti di lavoro di stranieri registrati presso l'Inail è arrivato a 3.266.395 (+41,9% in quattro anni). Nel 42% dei casi si tratta di donne, divenute ormai indispensabili al nostro sistema di welfare, visto che il 71,6% delle colf e delle badanti che lavorano in Italia (pari complessivamente a circa un milione e mezzo) sono di origine immigrata.

Emergenza casa: aumentano gli sfratti, calano gli acquisti. La casa, poi, è diventata per gli immigrati un problema sempre più pressante: si registra un aumento degli sfratti per morosità a causa dell'aumento del canone o della perdita del lavoro (soprattutto al Nord, dove le famiglie immigrate rappresentano il 22% del totale delle famiglie sfrattate). Si è fermata la corsa al mattone degli immigrati: tra il 2007 e il 2008 gli acquisti di immobili da parte di immigrati sono diminuiti del 23,7%, interrompendo un ciclo di crescita che durava da quattro anni.

In calo del 10% le rimesse. E gli effetti della crisi hanno pesato anche sulle rimesse: diminuisce del 10% la cifra pro capite che gli immigrati inviano mensilmente in patria (155 euro nel 2008 a fronte dei 171 del 2007). rallenta il ritmo di crescita dell'ammontare complessivo delle rimesse (6,4 miliardi di euro nel 2008).

In aumento gli episodi di discriminazione. Risultano in aumento anche gli episodi di discriminazione, il 22,1% dei quali subiti in ambito lavorativo: il 32,1% delle denunce riguarda la fase di accesso al mercato del lavoro, il 23,2% le condizioni lavorative, il 19,6% azioni di mobbing.

In continua crescita il fenomeno migratorio. Dal rapporto emerge che il fenomeno migratorio è, nonostante tutto, in continua crescita, con un aumento degli immigrati regolarmente residenti in Italia del 16,8% nel 2008, ovvero 493.729 individui in più rispetto all'anno precedente, per un totale di 3.432.651 presenze.Si consolida anche il processo di stabilizzazione degli immigrati. Al 1° gennaio 2008 erano 1.684.906 le famiglie con almeno un componente straniero, pari al 6,9% del totale. Un terzo dei permessi di soggiorno rilasciati nel 2008 (pari a 680.225) è stato motivato da ricongiungimenti familiari. Sono stati 28.932 i matrimoni con almeno un coniuge straniero celebrati nel nostro Paese (pari all'11,6% del totale), un numero più che raddoppiato negli ultimi dieci anni (nel 1997 erano stati 13.490).

Aumentano gli alunni stranieri. Il livello di fecondità delle donne straniere (2,5 figli per donna) è doppio rispetto a quello delle italiane (1,3 figli per donna). Gli stranieri residenti nati in Italia sono 457.345 (il 13,3% del totale). I nati da genitori stranieri sono 64.049 (l'11,4% del totale dei nati in Italia) e 760.733 sono i minori stranieri residenti nel nostro Paese (pari a più del 20% del totale degli immigrati e ad oltre il 7% dei minori residenti). Negli ultimi cinque anni gli alunni stranieri presenti nelle scuole italiane sono cresciuti del 139,4% (per un totale, nell'anno scolastico 2007-2008, di 574.133 alunni stranieri nelle scuole di ogni ordine e grado, pari al 6,4% del totale).

22 settembre 2009

 

 

 

 

 

 

Unioncamere: crollano le assunzioni di immigrati

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21 agosto 2009

"Dai nostri archivi"

Bankitalia: gli immigrati non tolgono lavoro agli italiani

Introvabile un addetto su 5: le professioni più ricercate

Immigrati, la guida per le assunzioni online

Nel 2007 domanda record di immigrati. Nel Nord-Est un assunto su tre è straniero

Agli immigrati un posto su 4 nelle imprese italiane

Si prolunga lo 'stand-by' delle attività economiche e le imprese rispondono adattando i propri programmi di assunzione anche sul fronte del lavoro immigrato. Secondo i dati raccolti da Unioncamere, infatti, nel 2009 vi sarà un diffuso ridimensionamento delle previsioni occupazionali espresse dalle imprese del settore privato (dall'indagine sono escluse le famiglie) che potrà portare ad una riduzione di quasi la metà del numero complessivo di assunzioni di persone immigrate (-46% rispetto al 2008). Le assunzioni non stagionali di lavoratori immigrati previste dalle imprese industriali, dei servizi e dell'agricoltura per il 2009 si potranno attestare al massimo a 92.500 unità, poco più del 17% rispetto al totale delle entrate previste quest'anno nel mondo del lavoro dalle imprese del settore privato.

Rispetto al picco massimo raggiunto nel 2003 - quando la domanda di immigrati "stabili" (ossia, non stagionali) raggiunse le 227 mila unità, e rappresentava il 33% delle assunzioni programmate - nel 2009 l'incidenza di questi lavoratori sul totale delle assunzioni registra dunque una diminuzione di ben 16 punti percentuali, toccando il valore più basso degli ultimi nove anni. A fronte di questo calo quantitativo, a partire dal 2006 cresce la richiesta di personale immigrato con esperienza specifica pregressa (dal 46% ad oltre il 53%, con un incremento di oltre 7 punti percentuali), fenomeno che accomuna gli immigrati ai lavoratori italiani.

"In questa fase di difficoltà - ha detto il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - è comprensibile la cautela delle aziende che, riducendo la domanda di lavoro in generale, riducono anche quella di immigrati che ormai hanno raggiunto una "massa critica" sul mercato del lavoro. Le imprese che si rivolgono a questi lavoratori lo fanno anche perché non trovano italiani disponibili a svolgere certi lavori, ma la selezione di personale immigrato si inserisce sempre più nel quadro di una strategia competitiva, e quindi si cercano "i migliori"".

 

Alla base del ridimensionamento della domanda di lavoratori immigrati, rileva Unioncamere, si possono individuare infatti almeno tre dinamiche. Otre alle difficoltà di natura burocratica, l'entità delle forze lavoro straniere presenti in Italia (occupati e persone in cerca di occupazione) ha probabilmente raggiunto una massa critica sufficiente a creare un vero e proprio "mercato interno" di questi lavoratori, con i tipici processi di ogni mercato (dalla mobilitá interaziendale a quella in entrata e uscita) e una maggiore sensibilità alla congiuntura economica.

In secondo luogo le nuove assunzioni, andando ad aggiungersi allo stock preesistente, tendono a far sì che nel tempo venga raggiunta una "soglia critica" nella capacità di ulteriore assorbimento di lavoratori immigrati rispetto alla componente italiana, particolarmente evidente per alcune specifiche professioni. Infine, si può ritenere che la crescente integrazione di questi lavoratori e il crescente grado di regolarizzazione abbia ridotto anche la "convenienza economica" alla loro assunzione a confronto con un lavoratore italiano.

Cresce il numero degli stagionali richiesti nell'agricoltura

Nel 2009 le imprese prevedono un forte incremento delle entrate stagionali di personale immigrato, fino ad un massimo di oltre 231mila unità (il 7,9% in più rispetto al 2008). Ciò contribuirà ad un aumento della quota di assunzioni stagionali di personale immigrato sul totale delle assunzioni stagionali, che potrà raggiungere il 27% del totale (era il 24% nell'indagine precedente).

I lavoratori immigrati stagionali sono richiesti in misura più consistente dalle imprese agricole: per il 2009 il loro numero potrà arrivare a toccare il valore di 161.500 unità, in considerevole crescita rispetto ai dati della precedente indagine (+6%), pari ad un'incidenza del 39% sul totale delle assunzioni stagionali complessive del settore agricolo. Le assunzioni nell'industria e nei servizi potranno invece raggiungere complessivamente le 69.000 unità (pari al 12% in più rispetto al 2008).

Con riferimento ai valori massimi delle assunzioni previste di lavoratori immigrati (non stagionali e stagionali), nel medio periodo è osservabile una tendenza verso un lento ma graduale spostamento della domanda in direzione di livelli professionali più elevati. Nel 2009 la componente della domanda di lavoratori immigrati non stagionali per le professioni di livello più alto (professioni specialistiche, tecnici e impiegati) è in crescita di 3,1 punti percentuali rispetto al 2008 (dal 12,1 al 15,2%). Poiché la quota per gli italiani rimane praticamente stabile, il divario tra i due gruppi di lavoratori tende a ridursi. Anche per il 2009, comunque, le professioni più richieste si concentrano prevalentemente tra quelle di livello medio-basso: la quota per professioni operaie (sia specializzati che conduttori di impianti) e personale non qualificato rappresenta infatti quasi il 57% del totale (contro un valore medio del totale di assunzioni con questo profilo del 42%).

21 agosto 2009

 

 

 

 

 

 

 

Bankitalia: gli immigrati non tolgono lavoro agli italiani

18 agosto 2009

DOCUMENTI

Il Rapporto di Bankitalia

SONDAGGIO / Immigrati e lavoro

"Dai nostri archivi"

WELFARE FAI DA TE / Una badante per amica

Bankitalia: mutui casa più cari per chi vive al Sud

Gli immigrati non rapprentano un pericolo per il lavoro degli italiani

Ragazze e signore scrollatevi di dosso la mistica della disoccupazione femminile

Questione bancaria e "massimo scoperto"

Gli immigrati sono sempre di più ma la loro presenza non riduce le opportunità di lavoro per gli italiani, favorendo invece maggiori spazi per quelli più istruiti e le donne. Lo sostiene uno studio realizzato da economisti della Banca d'Italia nel Rapporto sulle economie regionali (pubblicato sul sito di Via Nazionale).

"La crescente presenza straniera - affermano i ricercatori di Palazzo Koch - non si è riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani, che al contrario, sembrano accresciute per gli italiani più istruiti e per le donne. L'afflusso di immigrati dall'estero nell'ultimo decennio - secondo lo studio - ha sostenuto la crescita dell'occupazione in Italia, contribuendo a contrastare il progressivo invecchiamento della popolazione. Gli stranieri hanno un tasso di occupazione superiore a quello degli italiani e redditi da lavoro significativamente inferiori". E a questo fenomeno contribuiscono "un più basso livello di scolarità degli immigrati, una maggiore concentrazione in imprese meno produttive, il prevalente utilizzo in mansioni a ridotto contenuto professionale". Gli stranieri residenti nel Mezzogiorno, inoltre, hanno un'istruzione, tassi di occupazione e redditi da lavoro inferiori rispetto a quelli del Centro-nord.

"La crescente presenza straniera - evidenziano gli studiosi di Via Nazionale - non si è però riflessa in minori opportunità occupazionali per gli italiani, che al contrario, sembrano accresciute per gli italiani più istruiti e per le donne. In particolare, l'offerta di lavoro femminile italiana si è giovata dei maggiori servizi per l'infanzia e per l'assistenza agli anziani". Per le donne, infatti, "la crescente presenza straniera attenuerebbe i vincoli legati alla presenza di figli e all'assistenza dei familiari più anziani, permettendo di aumentare l'offerta di lavoro".

L'afflusso di lavoratori stranieri impiegati con mansioni tecniche e operaie "può inoltre aver sostenuto la domanda di lavoro per funzioni gestionali e amministrative, che richiedono qualifiche più elevate, maggiormente rappresentate tra gli italiani". Le nuove generazioni di stranieri, avvertono però gli economisti di Bankitalia, "che rappresenteranno una componente rilevante della futura forza lavoro nel Paese, registrano significativi tassi di abbandono scolastico e un livello di competenze inferiore a quello, già modesto nel contesto internazionale, degli italiani". In particolare, "le difficoltà scolastiche degli stranieri sono più accentuate nel Mezzogiorno". Tuttavia, "il processo di integrazione economico e sociale degli immigrati migliora con il perdurare della loro permanenza in Italia".

18 agosto 2009

 

 

 

 

 

Gli immigrati sono il 5% della popolazione

di Marco Ludovico

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30 Aprile 2008

"Dai nostri archivi"

Istat, boom di immigrati nel 2007 (+17%). Quasi raddoppiati i rumeni

L'altra faccia dell'immigrazione: il 21% sono proprietari di case

Sono operai o badanti, guadagnano mille euro al mese: l'identikit degli immigrati in una ricerca degli Interni

Nuove regole per gli immigrati Sì alla riforma della Bossi-FiniVarato il ddl delega

Amato: "Per gli immigrati liste di collocamento all'estero e sponsor"

Italiani più diffidenti verso gli immigrati, soprattutto gli islamici. Tanto che quasi uno su tre è contrario alla costruzione di moschee sul suolo nazionale. Il dato emerge dalla seconda ricerca dell'Osservatorio sociale sulle immigrazioni realizzata da Makno & consulting. L'indagine, presentata al Viminale dal ministro dell'Interno, Giuliano Amato, ha coinvolto mille cittadini italiani e mille immigrati.

Nel corso dell'ultimo anno, secondo il sondaggio, è stabile la quota (42%) di chi prova sentimenti di apertura/disponibilità verso gli immigrati (42%). Ma sono raddoppiati, dal 5,9 all'11,3%, i cittadini che manifestano sentimenti di diffidenza; sale anche l'indifferenza (dal 10,7% al 17,1%). L'immigrazione dai Paesi islamici è la più problematica, pensa il 55% degli intervistati. I motivi sollevati: insofferenza degli islamici nei confronti della religione cattolica (28%); atteggiamento critico verso la cultura e le tradizioni italiane (25%); il pericolo di attentati terroristici di cellule integraliste (17%).

La maggioranza degli italiani, però, considera gli immigrati una risorsa economica per le imprese italiane (57%); utili per l'assistenza agli anziani (68,4%); che la maggioranza degli immigrati sia onesta (51%); mentre sono gli immigrati clandestini – un fenomeno percepito in aumento – a rappresentare un problema per la sicurezza dei cittadini (52%). Per quanto riguarda gli immigrati intervistati, oltre il 70% esprime soddisfazione nei confronti del proprio lavoro. Il restante 30% è insoddisfatto (12%) e non soddisfatto ma neppure insoddisfatto (17%). I principali motivi di lamentela sono la scarsa remunerazione e la mancanza di sicurezza di continuità (entrambi con il 46%), il lavoro faticoso (37%) e senza un regolare contratto (34%). Il 77% degli immigrati esprime una valutazione positiva sulla propria permanenza in Italia.

Anche la maggioranza relativa degli immigrati non islamici (44,5%), peraltro, ritiene che l'immigrazione dagli Stati islamici ponga più problemi delle immigrazioni originate da altri Paesi. E quasi il 50% degli immigrati cristiani e di altre religioni è contraria al fatto che gli islamici possano costruire moschee in Italia. Per gli islamici intervistati, i principali problemi incontrati in Italia sono la difficoltà di rispettare le proprie pratiche religiose (40%), il rischio di perdere i valori della cultura di appartenenza (30%), la difficoltà di trovare cibi rispettosi della cultura e tradizioni del proprio Paese (28%) e il fatto che in Italia c'è troppa libertà (22%). Il 23% degli immigrati islamici, al contrario, sostiene di non trovare alcuna difficoltà in Italia e, anzi, di trovarsi bene.

Oltre alla ricerca Makno, il Viminale ha presentato anche il primo rapporto ufficiale del ministero sull'immigrazione, curato da Marzio Barbagli. A differenza del rapporto Caritas, la ricerca presentata ieri sostiene che l'Italia è nelle retrovie in Europa per numero di stranieri in rapporto al totale dei residenti, una quota pari al 5%. Con una netta differenza, però, tra il Centro-Nord – gli immigrati rappresentano il 6,8% della popolazione – e il Sud, dove la percentuale di stranieri si ferma all'1,6%.

Il dato del Centro-Nord si colloca vicino a quelli di Francia, Svezia, Danimarca, Irlanda e Paesi Bassi. Secondo l'Istat, all'1 gennaio 2007, più dell'88% della popolazione straniera risiede al Centro-Nord, un quarto in Lombardia; seguono Veneto, Lazio ed Emilia Romagna.

Tra gli stranieri prevalgono i minori e le persone in età attiva. L'età media è di 30,4 anni e quasi un quarto degli stranieri residenti in Italia è minorenne. Inoltre, un cittadino straniero su due ha tra i 18 e i 39 anni, contro il 29,2% della popolazione totale nella stessa classe di età. Per quanto riguarda le nazionalità, negli ultimi anni c'è stato un calo di marocchini, tunisini e filippini, un aumento di albanesi e cinesi. A partire dalla seconda metà degli anni '90 hanno cominciato a guadagnare posizioni anche i romeni, che all'1 gennaio 2007 sono una delle comunità più numerose (278 mila permessi), subito dopo quella albanese (280mila). Incrementi straordinari sono stati poi registrati per ucraini (in quattro anni da 12.730 a 120.070) e moldavi (da 6.974 a 55.803): sono soprattutto donne. Nel 2006 i bambini nati in Italia da genitori stranieri sono stati 57.765 (+11% rispetto all'anno precedente), circa il 10% del totale dei nati in Italia.

Nella categoria "immigrati irregolari" si trovano diverse tipologie: ci sono quelli che entrano legalmente, ma poi rimangono oltre i tempi consentiti; tutti coloro che entrano illegalmente; quelli che entrano per l'azione delle organizzazioni dedite al traffico di esseri umani; chi infine entra con scopi direttamente criminali o per sfuggire a indagini o arresti al Paese di origine. Molti provengono dai Paesi dell'Est. E a proposito di romeni, Amato rivela: "Nei mesi scorsi il ministro dell'Interno romeno mi ha detto che dati ufficiosi indicano la presenza di un milione di romeni in Italia".

2,4 milioni - Permessi di soggiorno

I permessi validi al 1° gennaio 2007. Il 60% è concesso per motivi di lavoro, il 31,6% per ragioni familiari (sono in totale 129.000 in più rispetto al 2006): oltre l'88% di questi stranieri vive al centro-nord, un quarto in Lombardia

5% - Popolazione residente

Gli stranieri rappresentano il 5% dei residenti in Italia

30,4 - L'età media

Tra gli immigrati prevalgono i minori (quasi un quarto dei residenti) e le persone in età attiva e riproduttiva: l'età media è di 30,4 anni, inferiore a quella della popolazione residente nel complesso (42,3 anni). I bambini nati nel nostro Paese da genitori stranieri nel 2006 sono stati 57.765, il 10% circa del totale dei nati in Italia

 

2009-09-16

 

 

 

 

 

 

 

 

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