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dai GIORNALI di OGGIEuropee: sì allo sbarramento al 4% Bagarre in Aula, insorgono i "piccoli" Via libera della Camera tra le proteste. Napolitano: "La frammentazione è un disvalore" 2009-02-04 |
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per l'articolo completo vai al sito http://www.corriere.it2009-02-04 D'Alema via dal vertice in anticipo. Veltroni: "Almeno una cosa insieme" Europee: sì allo sbarramento al 4% Bagarre in Aula, insorgono i "piccoli" Via libera della Camera tra le proteste. Napolitano: "La frammentazione è un disvalore" La protesta in Aula (LaPresse) La protesta in Aula (LaPresse) ROMA - Martedì sera la Camera ha approvato con 517 voti favorevoli, tre astenuti e 22 contrari la riforma della legge elettorale per le europee. Hanno votato a favore tutti i partiti tranne Mpa e radicali. Ora il provvedimento passa al Senato. Subito dopo il voto, Veltroni a Montecitorio ha incontrato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, e il coordinatore di Forza Italia, Denis Verdini. Dopo aver stretto loro la mano, Veltroni ha detto: "Almeno siamo riusciti a fare una cosa insieme in questa legislatura". PROTESTE - In precedenza proteste, polemiche e lancio di volantini avevano agitato l'Aula quando Montecitorio aveva approvato l'emendamento che conteneva lo sbarramento del 4% con 487 sì, 29 no e sei astenuti. La seduta della Camera, iniziata nel primo pomeriggio, era stata sospesa poco dopo (e poi ripresa) per la protesta di un gruppo di ex parlamentari che, dalla tribuna loro riservata, hanno lanciato volantini gridando "democrazia, democrazia" e "libertà, libertà", contro l’intesa Pd-Pdl sulla riforma elettorale per le europee. Ancora prima della seduta, infatti, il gruppo del Partito democratico di Montecitorio ha votato a favore dell'accordo con la maggioranza proprio sulla soglia di sbarramento al 4% che espone i "piccoli" al pericolo di scomparire anche dall'Europarlamento. Gli ex parlamentari (tra loro Bobo Craxi, Paolo Cento, Mauro Del Bue, Riccardo Nencini, Loredana De Petris e Grazia Francescato) sono arrivati nella tribuna loro riservata all'inizio della seduta, e hanno iniziato a protestare, lanciando volantini che sono piovuti copiosamente letteralmente sulla testa del presidente Gianfranco Fini che ha subito ordinato la loro espulsione. I volantini raffigurano Berlusconi nei panni di Totò con una mazzetta di soldi in mano e la scritta: "Legge Truffa '09. regia di Veltrusconi". A quel punto il presidente della Camera ha sospeso i lavori dell'Assemblea. In mattinata i "piccoli" avevano manifestato anche al Quirinale contro la proposta di modifica della legge elettorale per le europee. "LA FRAMMENTAZIONE È UN DISVALORE" - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha risposto a chi invocava il suo intervento per fermare l’introduzione dello sbarramento al 4% limitandosi a "osservare", in una lettera trasmessa ai componenti del Comitato per la democrazia, "che l’introduzione di una soglia di sbarramento è presente nella legge elettorale nazionale fin dal 1993 e in leggi elettorali europee di molti Paesi e che un'eccessiva frammentazione della rappresentanza politica può in linea generale costituire un disvalore al pari di una sua eccessiva compressione, che possa sacrificare significative, essenziali espressioni del pluralismo politico". Il leader del Pd, Walter Veltroni (Ansa) Il leader del Pd, Walter Veltroni (Ansa) SÌ DEL PD SENZA D'ALEMA - Ai "piccoli" non piace il sì del Pd all'accordo con la maggioranza. Un via libera non unanime, in realtà quello dell'assemblea del Pd: al voto non ha partecipato Massimo D’Alema, che ha lasciato l'assemblea del gruppo a più di un’ora dalla fine. "Non sono intervenuto e vado via perché ho un impegno", ha detto l'ex ministro interpellato dai cronisti. Hanno votato "no" Arturo Parisi e altri tre deputati "ulivisti" della sua area (Mario Barbi, Antonello La Forgia e Fausto Recchi). E si sono astenuti Gianni Cuperlo e Barbara Pollastrini. L'"AMAREZZA" DI VELTRONI - Pur soddisfatto per l'esito della votazione, il leader dei democratici non ha nascosto un certo rammarico per le perplessità espresse circa la modifica della legge elettorale da alcuni esponenti del Pd. "Ho provato una certa amarezza nel leggere in questi giorni posizioni e dichiarazioni inaspettate": così il segretario del Partito democratico ha iniziato il suo intervento - come riferisce chi era presente alla riunione - a chiusura della lunga assemblea del gruppo democratico alla Camera. Il leader dei democratici si riferisce alle interviste di questi giorni di vari esponenti del Pd, come Enrico Letta, Pierluigi Bersani e anche Massimo D'Alema, che hanno espresso le loro perplessità sull'accordo. Poi, una stilettata diretta, ma senza farne il nome, proprio a D'Alema: "Mi chiedo come si fa a sostenere l'articolo 49 della Costituzione e poi sostenere il modello elettorale tedesco, che prevede una soglia di sbarramento del 5 per cento. Delle due l'una", ha osservato Veltroni, spiegando comunque che l'introduzione di una soglia di sbarramento nella legge elettorale europea "sarà utile al Paese, all'evoluzione del suo sistema politico, e anche alla Sinistra radicale". REPLICA A GIORDANO - Il leader del Pd ha provato anche a sgombrare il campo dalle polemiche sollevate nei giorni scorsi dall'ex segretario di Rifondazione comunista, Franco Giordano. "Ho letto le ultime dichiarazioni di Giordano che accusa il Pd di aver siglato un accordo su una legge "salva Walter". Ma si dà il caso che proprio Giordano fosse venuto nella mia stanza al Pd, insieme ad altri, a chiedermi di lavorare per l'introduzione della soglia di sbarramento al 4 per cento, dicendomi che loro non potevano dirlo pubblicamente. Poi, ora che c'è stata la scissione in Rifondazione dicono il contrario". 03 febbraio 2009(ultima modifica: 04 febbraio 2009)
Dalemiani battuti alla conta interna "Si voterà su tutto" Anche Turco e Minniti si allineano con il segretario ROMA - D'Alema che non profferisce verbo all'assemblea del gruppo e va via prima che finisca. Massimo D'Alema che cammina nervosamente in Transatlantico. Massimo D'Alema che ha preferito non andare alla guerra con Walter Veltroni per non perderla. D'Alema, probabilmente, spiegherebbe la ritirata con le parole che il suo amato Sun Tzu scrive nell'Arte della guerra: "Se sei inferiore in tutto al nemico, devi riuscire a sfuggirgli. Se ti ostini a cercare il combattimento sarai fatto prigioniero, perché per una forza più potente, una forza esigua diventa preda desiderata". Ed "esigua" la "forza" di D'Alema lo era veramente. Come dimostra il fatto che molti dei suoi sostenitori al gruppo hanno votato a favore della proposta di Veltroni di sbarramento al 4 per cento. Così ha fatto, per esempio, la dalemianissima Livia Turco che per questa ragione si è beccata una reprimenda di Gianni Cuperlo in pieno Transatlantico. Così ha fatto Marco Minniti, che ormai veleggia lontano dai lidi dalemiani. Stando così le cose, D'Alema non poteva che non andare alla guerra. È chiaro, ha condotto la ritirata a modo suo. Sibilando nelle orecchie di alcuni fedelissimi che lo sbarramento "è una cosa oscena". E non votando al gruppo. "Ha fatto come quel personaggio del film di Moretti: mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?", ride Beppe Fioroni. E Dario Franceschini: "Semplicemente D'Alema ha perso". E con lui, quelli che avevano criticato lo sbarramento al 4 per cento, senza però giungere al punto di votare contro. Incluso quel Bersani che aspira a prendere il posto di Veltroni e che dipinge già il "suo" — eventuale — partito: "Non un partito socialdemocratico, ma un partito di sinistra". Gli avversari interni di Veltroni, però, dovrebbero piuttosto preoccuparsi dell'immediato, giacchè il segretario e i suoi hanno deciso che da ora in poi si farà sempre così: si voterà. "Con risultati bulgari come quelli sullo sbarramento", ironizza Fioroni. E allora forse non basta più disegnare scenari futuri. Non basta più che D'Alema dica nelle riunioni riservate di Red, che "ci vuole una prospettiva alternativa all'attuale sennò la gente continuerà ad andarsene da questo partito e a non iscriversi". Per imporre un segretario alternativo a Veltroni bisognerà vincere anche alcune battaglie intermedie e non limitarsi a dire, come fanno in molti dalemiani, che tanto con le sconfitte elettorali della Sardegna, prima, e delle Europee dopo, cambiare segretario diventerà inevitabile ". Già, non è sufficiente anche perché Veltroni ha già premesso che alle elezioni europee si esprime "un voto d'opinione". Come a dire: non è un voto politico e, quindi, in caso di insuccesso, le dimissioni dell'attuale dirigenza del Pd non divengono un fatto inevitabile. Lungo il cammino vi saranno quindi altre trappole, per Veltroni. Dal testamento biologico — tema che divide inevitabilmente il Pd — al problema della collocazione del partito all'Europarlamento. Ora, però, il segretario sembra aver ripreso fiato. E infatti non smetteva di ripetere, a se stesso e ai fedelissimi, dopo il voto in Aula: "Bene,bene, il dissenso è stato minimo". E a questo accordo ne seguiranno altri. Sulla Rai, dove la situazione sta per sbloccarsi e sulla riforma dei regolamenti parlamentari. Dunque, Veltroni ha intenzione di procedere "determinato", come dice lui, "perché so di essere nel giusto e questa volta gli altri non hanno proprio argomenti da contrappormi". Certo, il leader del Pd è ancora "amareggiato " — e lo confessa — perché in questi giorni si è sentito bersagliato dal "fuoco amico". E accusato di voler spazzare via tutto quello che è a sinistra del Pd: "Dovrei essere pazzo. So bene che comunque dovrò avere rapporti con quelle forze, quindi a me per primo non conviene che siano frammentate. E comunque che senso ha fare la parte di chi sostiene i piccoli partiti e nel contempo proporre il sistema elettorale tedesco, che ha la soglia non al 4 ma al 5 per cento? Qui c'è molta ipocrisia". E chissà se a Massimo D'Alema saranno fischiate le orecchie quando Veltroni ha pronunciato questa frase. Maria Teresa Meli 04 febbraio 2009
Volantini in aula contro Veltrusconi Il viso di Silvio Berlusconi al posto di quello del "Principe della Risata" sulla locandina di "Tototruffa '62" (regia di Camillo Mastrocinque), per l'occasione ribattezzata "Legge Truffa '09" (regia di Veltrusconi). È il volantino, formato cartolina, lanciato nell'aula di Montecitorio in occasione del dibattito sulla legge elettorale. Autore e firmatario dell'iniziativa, il Comitato per la democrazia che unisce tutti i "piccoli" che rischiano, con la soglia del 4%, di scomparire anche dall'aula di Strasburgo. Sul volantino, oltre al viso del Cavaliere, che rispetta perfettamente anche colori e trama dell'originale, viene ritoccato anche il foglio che nell'originale Totò teneva in mano: in quello vi si leggeva "Contratto di vendita del Colosseo", nella versione modificata c'è solo un foglio bianco che viene scambiato con le banconote (dollari, peraltro) che la mano di Totò-Berlusconi si appresta a prendere, e che stavolta sono i soldi del finanziamento pubblico che solo i "grandi" si apprestano a spartirsi (foto Ansa)
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito http://www.repubblica.it/2009-02-04 IL SONDAGGIO Soglia di sbarramento e finanziamenti gli italiani per una politica più razionale di ANTONIO NOTO Gli italiani cercano un'offerta politica chiara e coerente su cui esercitare con pienezza il proprio diritto di scelta. E' questo il dato che si ricava dagli orientamenti degli elettori sulle regole delle prossime elezioni europee. Tutti, sia a destra che a sinistra, sembrano condividere la necessità di una razionalizzazione dello scenario politico. Le elezioni europee non vengono percepite con modalità diverse rispetto a quelle politiche, anche se in queste ultime c'è in gioco la governabilità e quindi una necessità maggiore della soglia. E' opinione diffusa, dunque, sia che la soglia di sbarramento vada alzata, sia che sia necessaria una stretta sui rimborsi elettorali. Questo dato lascia aperto un dubbio. Si tratta di elettori che credono fortemente in un sistema bipolare o di elettori che hanno sempre meno fiducia nei partiti e che quindi vedono le liste - in questo scenario di offerta elettorale attuale - come un "peso" da ridurre? La soglia ed il taglio dei finanziamenti diventano, pertanto, i due fattori con cui la popolazione sembra più punire il mercato politico che favorire un sistema bipolare. In questa ottica si legge anche il desiderio dell'elettorato di rivendicare una partecipazione attiva alla selezione dei propri rappresentanti, dichiarandosi in larga parte a favore del voto di preferenza. Lo scenario, all'apparenza omogeneo, riflette tuttavia nel corredo delle cifre il diverso valore strategico della competizione elettorale per i due poli. L'elettorato del Pd evidenzia una maggiore attenzione al tema della riforma elettorale oltre che una divaricazione superiore tra le diverse soglie di sbarramento: questo perché, più che un orientamento ideale, nell'area democratica la scelta di una percentuale piuttosto che un'altra assume un valore di indirizzo politico. L'ipotesi di innalzamento della soglia implica l'esclusione della sinistra radicale dalla competizione elettorale, e la riconferma della strategia di "autosufficienza" seguita fino ad ora. L'ipotesi di un abbassamento, diversamente, accanto a una concezione allargata della competizione, esprime un'attenzione alle esigenze dell'estrema sinistra e un primo segno di riavvicinamento - recupero? - della formula ulivista. Il dialogo aperto nel partito, insomma, divide anche gli elettori: i sostenitori di uno sbarramento inferiore al 4% sono 1 su 4, più del doppio che tra gli elettori di centrodestra. Per quest'ultimi, il tema della soglia è decisamente meno controverso. A dispetto delle incomprensioni delle ultime settimane, i sostenitori del Pdl non vedono alternative possibili alla creazione di un grande aggregato politico del centrodestra. In tale disegno la variabile dello sbarramento risulta del tutto ininfluente, o meglio, acquista un valore squisitamente di sistema. Meglio dunque spingere verso l'alto l'asticella: oltre il 50% dell'elettorato di centrodestra, non a caso, è a favore di una soglia superiore al 4%. (4 febbraio 2009)
Dal Partito democratico via libera all'introduzione della nuova soglia per l'Europarlamento Gesto clamoroso dei rappresentanti dei partiti minori al grido di "democrazia, democrazia" Europee, approvato lo sbarramento al 4% a Montecitorio lancio di volantini per protesta Il contestato emendamento approvato poi dalla Camera con soli 29 voti contrari Rimangono le preferenze, il testo passa ora all'esame del Senato Europee, approvato lo sbarramento al 4% a Montecitorio lancio di volantini per protesta ROMA - L'Aula della Camera ha approvato la riforma della legge elettorale per le Europee. Il testo, che ora passa al Senato, introduce di una soglia di sbarramento per le liste al 4% mantenendo le preferenze. La riforma è stata approvata con 517 voti a favore, 22 contrari (il gruppo misto e i deputati radicali eletti nel Pd) e due astensioni. Sì, quindi, anche dall'Idv e dal Pd, che nel pomerigio aveva dato via libera anche al punto più controverso della nuova normativa, ovvero l'introduzione della soglia di sbarramento al 4 per cento. Ok anche dai dalemiani. Posizione decisa dal Partito democratico nella riunione del gruppo alla Camera con soli quattro voti contrari e tre astenuti. D'Alema ha lasciato la riunione prima della fine, ma secondo Pierluigi Bersani, uno degli uomini a lui più vicini, si è trattato di "una buona riunione che ha permesso di chiarire...". "Nessuno di noi - ha aggiunto il ministro ombra dell'Economia - ha obiezioni di principio al tema degli sbarramenti elettorali. C'è stata una discussione sulla gestione politica di questo passagio sul quale è stato buono e giusto confrontarsi per un massimo di condivisione". Seduta sospesa. L'emendamento in questione è stato quindi approvato nel pomeriggio dalla Camera anche con il voto del Pd: 487 sì, 29 contrari e sei astenuti. Nel pomeriggio i rappresentanti delle piccole formazioni politiche avevano dato vita a una clamorosa manifestazione di protesta lanciando volantini nell'aula di Montecitorio. Il presidente della Camera Gianfranco Fini era stato costretto a sospendere la seduta. Sui manifestini il viso di Silvio Berlusconi al posto di quello del 'Principe della Risata' sulla locandina di Tototruffa '62 (regia di Camillo Mastrocinque), per l'occasione ribattezzata 'Legge Truffa '09' (regia di Veltrusconi). Protagonisti dell'episodio, al grido di "democrazia, democrazia" sono stati in particolare alcuni ex parlamentari (fra cui Riccardo Nencini, Bobo Craxi, Grazia Francescato e Loredana De Petris). La posizione di Veltroni. Alla fine dunque il Partito democratico ha confermato la sua scelta. Dopo il voto del gruppo a favore dello sbarramento, il segretario Walter Veltroni ha chiarito che con la soglia del 4 per cento per le europee "abbiamo dimostrato coerenza, il nostro obiettivo da sempre è la riduzione della frammentazione". "Noi - ha proseguito - non abbiamo alcun interesse a che la sinistra si frammenti e si divida, né abbiamo interesse a una sua radicalizzazione per distinguersi, così da fare il gioco di chi la spara più grossa per distinguersi dall'altra forza di sinistra". Il leader del Pd si è detto anche convinto che la scelta non avrà "ripercussioni sulle giunte e le alleanze a livello locale", precisando che le forze della sinistra radicale "capiscono che non sarebbe conveniente". Ma, attenzione, ha messo in guardia Veltroni, "noi non cambiamo la legge europea per calcolo programmatico. La nostra convenienza è più di sistema, se vogliamo definirla così è una nobiltà politica". "Dire che è un attacco alla democrazia non sta né in cielo né in terra perché la riforma c'è in Europa, era nel Mattarellum ed è in sintonia con l'opinione pubblica", ha concluso Veltroni. Il messaggio di Napolitano. Sul tema della riforma era intervenuto anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rispondendo alla manifestazione tenuta stamane davanti al Quirinale dal Comitato per la democrazia che riunisce i partiti più piccoli. Il capo dello Stato, si legge in una lettera, tiene "ben presente" i timori delle forze politiche minori. "Sulle leggi elettorali, nazionale ed anche europea - aveva aggiunto Napolitano - sono intervenuto a più riprese, auspicando modifiche tempestive e il più possibile condivise, volte in particolare ad assicurare un più diretto rapporto tra elettori ed eletti, al fine di salvaguardare la piena rappresentatività delle assemblee elettive richiesta dalla Costituzione". "Mi limito ad osservare - aveva proseguito il presidente della Repubblica - che l'introduzione di una soglia di sbarramento è presente nella legge elettorale nazionale fin dal 1993 e in leggi elettorali europee di molti paesi e che un'eccessiva frammentazione della rappresentanza politica può, in linea generale, costituire un disvalore al pari di una sua eccessiva compressione, che possa sacrificare significative, essenziali espressioni del pluralismo politico". "Si tratta dunque - aveva concluso Napolitano - di una delicata composizione tra esigenze diverse e variamente apprezzabili affidata alla valutazione delle Camere. Mi auguro che possa verificarsi, attorno a queste scelte un'obiettiva sostanziata comprensione tra forze politiche pur portatrici di diverse sensibilità". (3 febbraio 2009)
SCHEDA - Ecco come funziona la legge elettorale modificata oggi 72 parlamentari da eleggere. Cinque circoscrizioni, restano le preferenze Proporzionale puro e sbarramento Così si voterà il prossimo giugno ROMA - La riforma della legge elettorale per le elezioni europee, votata oggi alla Camera, prevede l'introduzione di una soglia di sbarramento al 4%. Soglia prevista anche nei sistemi elettorali di molti altri Stati membri dell'Ue. In Germania, Polonia e Francia, ad esempio, lo sbarramento è fissato al 5%, mentre per la Svezia e l'Austria è al 4%. Per il resto, la legge approvata oggi e che dovrà avere anche il via libera del Senato, non introduce altre modifiche alla legge numero 18 del 1979. Ecco, in pillole, il sistema elettorale con il quale si voterà il 6-7 giugno e che servirà ad eleggere il gruppo dei 72 europarlamentari della delegazione italiana a Strasburgo. Proporzionale puro - Il riparto dei seggi avviene con il metodo proporzionale in base alla cifra elettorale nazionale di ciascuna lista, su un collegio unico nazionale e con il principio dei quozienti interi e dei resti più elevati. Sbarramento - Hanno diritto ad accedere alla ripartizione dei seggi solo le liste che abbiano conseguito sul piano nazionale almeno il 4% dei voti validi espressi. Cinque circoscrizioni - Il territorio italiano viene suddiviso in cinque circoscrizioni nelle quali votano i cittadini. La prima, 'Italia nord-occidentale' comprende Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria e Lombardia. La seconda, 'Italia nord-orientale' è composta da Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Terza circoscrizione, quella dell"Italia centralè: Lazio, Umbria, Marche e Toscana. L"Italia meridionalè: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. E, infine, l"Italia insularè composta da Sardegna e Sicilia. Preferenze - Restano le preferenze, nonostante, nella prima ipotesi di riforma il centrodestra avesse tentato di cercare un accordo per l'introduzione delle liste bloccate come per le politiche. L'elettore può esprimere, dunque, non più di tre preferenze nella prima circoscrizione, non più di due nella seconda, terza e quarta e una nella quinta. Sottoscrizioni - Le liste devono essere sottoscritte da non meno di 30 mila e da non più di 35 mila elettori e i sottoscrittori devono rappresentare almeno il 10% degli elettori di ognuna delle regioni comprese nella circoscrizione. Non devono raccogliere le firme i partiti che abbiano un gruppo parlamentare anche in una sola delle due Camere, le forze che abbiano almeno un europarlamentare e anche le liste con un contrassegno composito, ma contenente il simbolo di un gruppo politico esonerato dalla raccolta. Il governo in Aula ha accolto anche un ordine del giorno del Pd a prima firma Stefano Esposito e che ha tra gli altri firmatari anche Massimo D'Alema che allarga le maglie per la raccolta delle firme per le nuove formazioni politiche. Un documento che impegna il governo in sede di circolare ministeriale nella quale si prevedono gli adempimenti per le varie liste ad "agevolare la presentazione di nuove liste contraddistinte da simboli che rappresentino l'aggregazione di più liste o partiti già esistenti e contribuire a una maggiore semplificazione del sistema politico". In buona sostanza, ad esempio, se un europarlamentare si ripresenta ma con una lista nuova, che aggrega più forze, quella lista verrebbe esentata dalla raccolta delle firme. Eleggibilità - Per essere eletti bisogna aver compiuto almeno 25 anni. Rimborso elettorale - Ha diritto al rimborso elettorale solo chi ha almeno un eletto e, dunque, chi ha superato lo sbarramento del 4%. L'emendamento dell'ex tesoriere dei Ds, Ugo Sposetti, che chiedeva che questo diritto, come alle politiche, fosse esteso anche a chi raggiungeva almeno l'1% dei consensi è stato dichiarato inammissibile dalla presidenza della Camera. (3 febbraio 2009)
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito http://www.unita.it2009-02-04 Europee, via libera della Camera alla soglia di sbarramento al 4% Via libera della Camera dei Deputati all'introduzione di una soglia di sbarramento al 4% nella legge elettorale per le europee. L'Assemblea ha infatti approvato l'emendamento del relatore, l'azzurro Peppino Calderisi, al provvedimento in discussione in Aula che introduce questa soglia. In mattinata trovato l'accordo anche nel gruppo Pd: oltre 200 a favore, solo quattro contro e due astenuti. I "dissidenti" sono i tre ulivisti Arturo Parisi, Mario Barbi, Antonio La Forgia, e Walter Tocci; gli astenuti, i dalemiani Barbara Pollastrini e Gianni Cuperlo. La soglia del 4% alle elezioni europee, ha detto il leader del Pd Walter Veltroni, "sarà utile al paese, all'evoluzione del suo sistema politico, e anche alla sinistra radicale". "Ora - ha sottolineato Veltroni- la rappresentanza italiana in europa sarà più forte e questa legge sarà positiva per il paese, per il sistema politico e anche per la sinistra radicale che verrà spinta ad aggregarsi". All'apertura della discussione in Aula sono piovuti volantini con il viso di Silvio Berlusconi al posto di quello del 'Principe della Risata' Totò sulla locandina di Tototruffa '62 (regia di Camillo Mastrocinque), per l'occasione ribattezzata 'Legge Truffa '09' (regia di Veltrusconi). È questo il volantino, formato cartolina, autore e firmatario dell'iniziativa, il Comitato per la democrazia che unisce tutti i 'piccoli' che rischiano, con la soglia del 4%, di scomparire anche dall'aula di Strasburgo. 03 febbraio 2009
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito http://www.ilsole24ore.com2009-02-04 Europee, la Camera approva la riforma, sbarramento al 4% di Emilia Patta commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 3 febbraio 2009 Europee. Lancio di volantini in aula, con il Cavaliere nelle vesti di Totò Articoli Correlati - versione beta Il Pd, le europee e il logoramento di Veltroni Pdl vince in Abruzzo Svizzera: la destra antieuropea torna al Governo ma perde il leader Elezioni europee, asse D'Alema-Casini Le scelte riformiste cominciano a pagare "Almeno una cosa insieme in questa legislatura l'abbiamo fatta". La Camera approva con soli 22 voti contrari e 2 astenuti la riforma delle legge elettorale per le europee che introduce una soglia di sbarramento del 4% tra le proteste dei piccoli partiti. E il leader del Pd Walter Veltroni si rivolge così al ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito e al coordinatore di Fi Denis Verdini. In effetti il voto di stasera alla Camera è innanzitutto una vittoria del leader democratico. In mattinata il suo gruppo aveva dato il via libera a larghissima maggioranza all'accordo raggiunto nei giorni scorsi con il Pdl. Regalando a Veltroni una vittoria importante all'interno del suo partito dopo le critiche della sinistra e di Massimo D'Alema. Che, quasi a siglare la sconfitta, aveva lasciato la riunione dei deputati prima della conta interna ("ho un impegno fuori"): quattro voti contrari dagli ulivisti Arturo Parisi, Mario Barbi, Antonio La Forgia e Walter Tocci; due astensioni dai dalemiani Gianni Cuperlo e Barbara Pollastrini. Nel pomeriggio anche l'ultima "mina" dalemiana è stata disinnescata: l'emendamento presentato dall'ex tesoriere dei Ds Ugo Sposetti in favore del rimborso elettorale anche per chi non supera la soglia del 4% (Sposetti – e con lui D'Alema – proponeva l'1%) è stato giudicato inammissibile dalla Conferenza dei Capigruppo. Sicuramente un gesto distensivo nei confronti della sinistra radicale sulle barricate, ma certo rischioso di fronte all'opinione pubblica. "Stiamo attenti, è un tema che richiede un approfondimento perché qui sì che si rischia un effetto indulto", aveva avvertito lo stesso Veltroni. È invece passato in Aula l'ordine del giorno ribattezzato "salva-Vendola" (tra i firmatari D'Alema): in buona sostanza il neonato Movimento per la sinistra, creato dal governatore della Puglia uscito da Rifondazione, potrà presentare liste per Strasburgo senza il pesante impegno della raccolta delle firme di sostegno in quanto rappresentante di "liste presentate da partiti o forze politiche già rappresentate in sede di Parlamento europeo". Con il voto di stasera il pur fragile bipolarismo italiano è dunque salvo. E Veltroni rinsalda per ora la sua leadership all'interno del Pd. Ma certo gli effetti della riforma elettorale e delle polemiche democrats di questi giorni sono imprevedibili. Val la pena ricordare che il Pd dovrà scegliere nelle prossime settimane la propria collocazione nel Parlamento europeo. Insomma il nodo del Partito socialista europeo, mai sciolto, viene al pettine. Ed è noto il nervosismo di rutelliani ed ex popolari a riguardo: Francesco Rutelli non è voluto entrare nel gruppo di lavoro che sta istruendo la pratica. Questo potrebbe essere il nuovo campo di battaglia di D'Alema. Che dai banchi socialisti a Strasburgo non ha alcuna intenzione di spostarsi.
Europee. Lancio di volantini in aula, con il Cavaliere nelle vesti di Totò commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 3 febbraio 2009 Il premier Berlusconi al posto del volto del Principe della Risata sulla locandina di Tototruffa '62 (regia di Camillo Mastrocinque), ribattezzata "Legge Truffa '09" (regia di Veltrusconi). È l'immagine che compare sul volantino formato cartolina che ha inondato l'aula di Montecitorio in occasione del dibattito sulla legge elettorale. Culmina così la protesta orchestrata dai piccoli partiti che rischiano, con la soglia del 4%, di scomparire dall'aula di Strasburgo. Il volantino, stampato dal Comitato per la democrazia, è stato lanciato, da alcuni ex parlamentari, dalla tribuna loro riservata, al grido di "democrazia, democrazia" e "libertà, libertà" in segno di protesta contro l'intesa di Pd e Pdl sulla riforma elettorale per le Europee. Il volantino è un fotoritocco davvero ben riuscito. Oltre al viso del Cavaliere, che rispetta colori e trama dell'originale, è ritoccato anche il foglio che nell'originale Totò teneva in mano: in quello vi si leggeva "Contratto di vendita del Colosseo", nella versione modificata c'è solo un foglio bianco che viene scambiato con le banconote (dollari, peraltro) che la mano di Totò-Berlusconi si appresta a prendere, e che stavolta sono i soldi del finanziamento pubblico che solo i grandi partiti si spartiranno. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha sospeso la la seduta per cinque minuti, il tempo per sgomberare le tribune. Contro la revisione della legge per le elezioni europee si sono svolte numerose manifestazioni organizzate dai partiti di destra e sinistra "colpiti" dallo sbarramento al 4 per cento. In piazza Montecitorio si sono schierati Verdi, Sinistra democratica e altri movimenti e associazioni della sinistra. Al Quirinale e dentro Montecitorio hanno manifestato quelli del Comitato per la democrazia, autori del volantino-fotomontaggio. Contro lo sbarramento al 4% si è mobilitata anche La Destra, che ha organizzato un presidio in via del Corso, nei pressi della Galleria "Alberto Sordi", . L'Mpa ha superato l'obiettivo delle 30 firme necessarie per ottenere in aula alla Camera il voto segreto sulla legge elettorale per le europee. (N.Co.)
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