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dai GIORNALI di OGGIBce: "Pil in calo del 4-5% nel 2009, disoccupazione in aumento" le stime contenute nel bollettino di giugno "Spesa pubblica, serve uno sforzo di risanamento. Inflazione negativa nei prossimi mesi" 2009-06-11 |
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per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2009-06-11 le stime contenute nel bollettino di giugno Bce: "Pil in calo del 4-5% nel 2009, disoccupazione in aumento" "Spesa pubblica, serve uno sforzo di risanamento. Inflazione negativa nei prossimi mesi" (Emblema) (Emblema) FRANCOFORTE - Una contrazione tra il 5,1% e il 4,1% nel 2009 e poi una possibile crescita nel 2010: sono le previsioni della Bce per il Prodotto interno lordo dell'eurozona. Secondo le stime contenute nel bollettino dell'Eurotower di giugno, per il prossimo anno è prevista una variazione del Pil tra il -1% e il +0,4%. PIL - Nel primo trimestre del 2009, si legge nel bollettino, il Pil di Eurolandia in termini reali si è ridotto del 2,5%, un dato che, insieme alla crescita negativa degli ultimi tre trimestri 2008, ha esercitato un forte impatto automatico negativo, dell'ordine dei 4 punti percentuali, sul tasso annuo di espansione del prodotto per il 2009. La diminuzione del Pil dell'area euro, spiega la Bce, rispecchia la brusca flessione delle esportazioni derivante dal crollo del commercio mondiale. La repentina contrazione delle esportazioni, insieme al basso livello di fiducia e ai vincoli finanziari, ha determinato anche un consistente ridimensionamento degli investimenti delle imprese - sottolineano gli esperti di Francoforte - mentre il decumulo delle scorte ha inciso negativamente sulla crescita. SPESA PUBBLICA - Nei Paesi dell'area euro, inoltre, è previsto un forte incremento della spesa pubblica nel 2009: è quindi necessario - ammonisce la Bce - uno sforzo di risanamento per riportare le finanze dei membri di Eurolandia in linea con i parametri di Maastricht. Nel 2009 e nel 2010 si prevede che la maggior parte dei paesi dell'eurozona superi il tetto del 3% che il Patto di Stabilità prevede per il rapporto deficit/Pil - si legge nel bollettino - ed è quindi necessario "ripristinare quanto prima solide posizioni di bilancio per consentire ai paesi di affrontare gli oneri aggiuntivi connessi all'invecchiamento della popolazione nonché i rischi derivanti dalle garanzie statali fornite per la stabilizzazione dei settori finanziari". DISOCCUPAZIONE - In aprile, prosegue la Banca centrale europea, il tasso di disoccupazione nell'area dell'euro è salito al 9,2%, con un incremento di 0,3 punti percentuali sul mese precedente. Tutti i comparti produttivi hanno contribuito negli ultimi due mesi alla contrazione dell'attività economica, ma il calo è stato più pronunciato nel settore industriale, con conseguente peggioramento delle condizioni del mercato del lavoro. E i contratti a termine sono un fattore di rischio che può contribuire a peggiorare il quadro della disoccupazione di tutta l’area euro. L'effetto negativo della crisi potrebbe manifestarsi cioè in maniera più ritardata rispetto agli indicatori su Pil e produzione. E "in base all'evidenza empirica, dopo la forte contrazione del prodotto alla fine del 2008 e all’inizio del 2009, potrebbe risultare sempre più difficile per le imprese mantenere invariati i livelli di occupazione". INFLAZIONE - Nell'area euro l'inflazione dovrebbe diminuire ulteriormente nei prossimi mesi, fino a diventare temporaneamente negativa, per poi tornare a crescere alla fine del 2009. Secondo l'Eurostat, l'inflazione nell'Eurozona sarebbe calata in maggio allo 0,0% dallo 0,6% in aprile, un decremento che riflette principalmente le brusche variazioni dei prezzi delle materie prime a livello mondiale negli ultimi 12 mesi. Al forte calo dell'inflazione - si legge nel bollettino - non ha però corrisposto una flessione equiparabile del costo del lavoro. Nel primo trimestre 2009 la crescita delle retribuzioni contrattuali è cresciuta del 3,2%, contro il +3,6% del trimestre precedente. Tuttavia - prosegue il bollettino - le informazioni disponibili segnalano un calo più pronunciato della dinamica dei redditi per occupato per via dell'introduzione di correttivi come la riduzione dell'orario. Gli esperti di Francoforte prevedono un'inflazione tra lo 0,1% e lo 0,5% nel 2009 e tra lo 0,6% e l'1,4% nel 2010. 11 giugno 2009 |
REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it/2008-06-11 Dalla Banca centrale europea nel bollettino di giugno per i Paesi dell'area euro In aumento disoccupazione e spesa pubblica, peggiora il rapporto deficit\Pil Bce, crisi rallenta ma ancora rischi Allarme Cei per lavoro, mutui, affitti Monsignor Crociata: "Messe a dura prova le strutture pubbliche e il welfare" Bce, crisi rallenta ma ancora rischi Allarme Cei per lavoro, mutui, affitti Monsignor Mariano Crociata ROMA - Nuovo allarme della Bce per i Paesi euro: la contrazione dell'attività economica sta incidendo sempre di più sulle condizioni del mercato del lavoro. Previsto un forte incremento della spesa pubblica nel 2009. E ancora: "Nel 2009 e nel 2010 la vasta maggioranza dei Paesi dell'area euro supererà il valore di riferimento del 3% del rapporto deficit/Pil". Intanto la Cei lancia l'allarme: il nostro sistema di welfare sta entrando in crisi. Bce. Nei paesi dell'area euro è previsto un forte incremento della spesa pubblica nel 2009, ed è quindi necessario uno sforzo di risanamento per riportare le finanze dei membri di Eurolandia in linea con i parametri di Maastricht. E' il monito contenuto nel bollettino Bce di giugno. Rapporto deficit/Pil. Nel 2009 e nel 2010 si prevede che la maggior parte dei paesi dell'eurozona superi il tetto del 3% che il patto di stabilità prevede per il rapporto deficit/Pil - si legge nel bollettino - ed è quindi necessario "ripristinare quanto prima solide posizioni di bilancio". Le ultime previsioni della Commissione europea indicano che il rapporto deficit/Pil nell'area euro salirà dall'1,9% del 2008 al 5,3% nel 2009, fino ad arrivare al 6,5% nel 2010, anno nel quale, inoltre, il rapporto debito/Pil dovrebbe superare l'80%. Mercato del lavoro. La contrazione dell'attività economica nell'area dell'euro sta incidendo sempre di più sulle condizioni del mercato del lavoro. La disoccupazione nell'area - si legge nel bollettino - è aumentata dal 7,3% nei primi tre mesi del 2008 al 9,2% dell'aprile di quest'anno, e l'occupazione è rimasta pressoché invariata nell'ultimo trimestre del 2008, con un tasso di crescita sul periodo corrispondente dello 0,1%. Crescita. "Ci si aspetta che, dopo una fase di stabilizzazione, i tassi di crescita sul trimestre precedente risultino positivi entro la metà del 2010", scrive la Bce, aggiungendo che "secondo le attese che emergono dalle indagini recenti, dopo due trimestri di crescita fortemente negativa l'attività economica dovrebbe diminuire a ritmi molto più contenuti nella rimanente parte del 2009". Prospettive economiche. "Il consiglio direttivo ritiene che le prospettive economiche siano soggette a rischi bilanciati", scrive la Bce. "Anche il clima di fiducia potrebbe migliorare più rapidamente rispetto alle attese correnti". Fra i rischi negativi, invece, la Bce cita "un maggiore impatto delle turbolenze finanziarie sull'economia reale, andamenti più sfavorevoli nel mercato del lavoro, l'intensificarsi delle spinte protezionistiche e, infine, un'evoluzione avversa dell'economia mondiale dovuta a una correzione disordinata degli squilibri internazionali". Allarme Cei. Il sistema di welfare costruito nel corso degli ultimi decenni sta entrando in crisi a causa di alcuni fenomeni dirompenti che stanno segnando il nostro tempo: il dilagare della disoccupazione di massa e dei flussi migratori, l'emarginazione dei più deboli. E' questa l'analisi critica dell'attuale congiuntura economica e storica compiuta da monsignor Mariano Crociata, Segretario generale della Cei, nel corso dell'intervento pronunciato questa mattina al 21esimo Congresso nazionale delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di risparmio spa, organizzato a Siena dall'Acri, l'associazione che rappresenta entrambe queste realtà. Il segretario della Cei ha evidenziato che "chi fa le spese di questa stagione critica è in particolare quella parte della popolazione che in realtà non ha mai scialacquato e che già prima era in sofferenza per una cronica ristrettezza economica". "A noi vescovi - ha precisato il presule - preme soprattutto richiamare l'attenzione sulle conseguenze per la vita personale e sociale dei complessi fenomeni che stiamo vivendo: in pratica, sul rischio di una involuzione antropologica ed etica". La crisi, infatti, "tocca i singoli, le famiglie, le comunità. Il lavoro, che già prima era precario, ora lo è diventato ancor più, e quando si interrompe lascia senza garanzie di affidabile sussistenza". Di fatto "non poche famiglie sono già entrate in una fase critica con ripercussioni gravi sul fronte degli affitti, dei mutui o dei debiti comunque contratti". Di qui la scelta di promuovere "un'azione solidale che dia sostegno alla speranza". Il fondo di garanzia. Monsignor Crociata ha anche parlato del fondo di garanzia della Cei per le famiglie in difficoltà: "Il fondo - ha sottolineato il segretario generale della Cei - si indirizza alle famiglie con tre figli a carico oppure segnate da situazioni di grave malattia o disabilità, che hanno perso l'unica fonte di reddito. La scelta delle famiglia come destinataria dell'intervento non è casuale, ma risponde alla convinzione che vede in essa non soltanto l'ammortizzatore sociale più efficace, ma anche la trama relazionale necessaria per un armonico sviluppo della persona e dunque della società". (11 giugno 2009)
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il SOLE 24 ORE per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.ilsole24ore.com2009-06-12 Italia, a maggio frenata dei consumi petroliferi commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 12 giugno 2009 "Dai nostri archivi" Perché il petrolio sale (nonostante il calo della domanda) Italia, giù il consumo di petrolio Tariffe, stimato da aprile calo delle bollette: gas -8% e luce -7% Riprende la corsa dei carburanti Auto, il ribasso del petrolio frena la domanda delle "ibride" I consumi petroliferi italiani nel mese di maggio 2009 hanno fatto segnare una nuova e pesante flessione dell'8,5% (-565.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2008, attestandosi a poco più di 6,1 milioni di tonnellate. Lo afferma l'Unione petrolifera in una nota. I prodotti autotrazione, penalizzati da un giorno di consegna in meno, hanno rilevato le seguenti dinamiche: la benzina nel complesso ha mostrato un calo del 4,5% (-43.000 tonnellate) rispetto al maggio 2008, mentre il gasolio autotrazione del 4,1% (-92.000 tonnellate). La domanda totale di carburanti (benzina + gasolio) nel mese di maggio é così risultata pari a circa 3 milioni di tonnellate, con un decremento del 4,3% (-135.000 tonnellate) rispetto allo stesso mese del 2008. Nei primi cinque mesi 2009 i consumi sono stati pari a circa 30,7 milioni di tonnellate, con una diminuzione del 9,2% (-3.102.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2008. Ma le prospettive sui consumi, a livello globale, si fanno più rosee. Per la prima volta da molti mesi l'Agenzia internazionale per l'energia (Aie) infatti ha rivisto leggermente al rialzo le sue previsioni sulla domanda globale di petrolio, ma resta prudente sul quadro dell'economia. Sul mercato il prezzo del barile, dopo una iniziale impennata segna lievi ribassi, fluttua in prossimità dei 72 dollari. Nel suo ultimo rapporto mensile, l'Aie precisa che la revisione al rialzo "non implica necessariamente l'inizio di una ripresa economica globale, e potrebbe solo segnalare il superamento della fase più acuta della recessione". In ogni caso ora l'agenzia parigina prevede che sull'insieme del 2009 la domanda globale di petrolio registrerà una contrazione del 2,9 per cento, a una media giornaliera di 83,3 milioni di barili. In precedenza stimava un calo del 3 per cento. Si tratta della prima revisione al rialzo effettuata dall'Aie da 10 mesi a questa parte. Durante gli scambi elettronici sul Nymex, la Borsa delle materie prime di New York, il barile di West Texas Intermediate ha segnato un picco a 72,63 dollari. Successivamente cede terreno e a metà mattina i futures sul greggio in prima scadenza risultano in calo di 66 cents rispetto alla chiusura di ieri, con il Wti a 72,02 dollari. Nel frattempo a Londra il barile di Brent, il petrolio del mare del Nord cala di 62 cents a 71,17 dollari. 12 giugno 2009
Eurolandia, produzione industriale al palo. Italia in controtendenza 12 giugno 2009 I nuovi dati Eurostat Italia, a maggio frenata dei consumi petroliferi Pil globale, la Banca mondiale rivede al ribasso le stime 2009 Bce, sale la disoccupazione: ripresa ritardata a metà 2010 Dai piani sabbatici per i dipendenti si può intuire quanto durerà la crisi (di Giuseppe Oddo) Ancora più giù la produzione industriale in aprile nell'eurozona. Il dato scende a -1,9% rispetto al -1,4% in marzo. La caduta rallenta però nella Ue: -0,9% dopo -1,3%. Rispetto ad aprile 2008 il calo è rispettivamente del 21,6% e del 19,4%. Lo rileva Eurostat che segnala come Spagna e Italia siano gli unici grandi paesi dell'eurozona in cui la produzione industriale aumenta: +2% e +1,1% rispettivamente. Nel nostro paese, a marzo, l'output era calato del 4,5% dopo il -4,6% di febbraio. Rispetto ad aprile 2008 però il calo aumenta: -24,2% dopo -23,8% e -21,2% dei mesi precedenti. Si tratta del calo più elevato tra i grandi paesi europei. Sul fronte del commercio internazionale intanto non si intravedono miglioramenti. A fine anno - ha detto il numero uno dell'Organizzazione internazionale del Commercio (Wto), Pascal Lamy - ci sarà una contrazione dei volumi del 9% rispetto al 2008. Una conferma quindi delle stime già fatte in precedenza. "Non vedo alcun segnale positivo - ha detto Lamy parlando a Parigi in un incontro organizzato dall'Associazione francese dei giornalisti economici - se si guarda ai dati sul commercio estero della Cina o dell'India, niente contraddice il fatto che siamo nel mezzo di una crisi". 12 giugno 2009
Pil globale, la Banca mondiale rivede al ribasso le stime 2009 commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 11 giugno 2009 Bce, sale la disoccupazione: ripresa ritardata a metà 2010 BLOG / Finanza & Potere (di Giuseppe Oddo) "Dai nostri archivi" Wall Street chiude al ribassoMilano la migliore in Europa Banca mondiale, Pil Russia in calo del 4,5% Usa, Pil (-6,3%) e sussidi dicono che il peggio non è passato Pil, la Banca d'Italia annuncia revisione al ribasso Tassi fermi in India La Banca mondiale rivede drasticamente al ribasso le sue previsioni sull'andamento del Pil mondiale. Nel 2009 la crescita dell'economia globale sarà fortemente negativa (-3%). Le precedenti stime erano di un calo dell'1,75%. "I paesi più sviluppati - si legge nel rapporto - subiranno una brusca battuta d'arresto" e le prospettive per il futuro dei paesi in via di sviluppo restano preoccupanti. Solo un'inversione di rotta delle esportazioni, delle rimesse e degli investimenti esteri entro il 2010 potrebbe far invertire la rotta all'economia mondiale. Nonostante i mercati finanziari diano segni di stabilizzazione in molti Paesi sviluppati, la disoccupazione e la sotto-occupazione continua ad aggravarsi e, quindi, ad esercitare pressioni al ribasso sull'economia mondiale. Questa l'analisi dei vertici dell'istituto guidato dal presidente Zoellick. "I problemi economici - evidenzia quest'ultimo - continueranno a colpire le popolazioni povere del mondo che hanno meno possibilità di proteggersi. Dovremo fare molto di più nel corso dei prossimi mesi per mobilizzare risorse al fine di assicurarci che i poveri non paghino il costo di una crisi di cui non sono in alcun modo responsabili". Zoellick mette anche in luce che "non ci sono abbastanza capitali pubblici per risolvere la crisi mondiale; la strategia di rilancio deve dunque incoraggiare le imprese, ma anche i finanziamenti privati". Il presidente della Banca Mondiale ha ricordato il ruolo del G8 e ha detto di attendersi risposte concrete dagli appuntamenti di giugno e luglio dopo le promesse formulate dal G20 di aprile a Londra. Attenzione anche sul sistema bancario che necessità di una pulizia dei bilanci e una ricapitalizzazione degli istituti. 11 giugno 2009
Bce, sale la disoccupazione: ripresa ritardata a metà 2010 commenti - |Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci 11 giugno 2009 BLOG / Finanza & Potere (di Giuseppe Oddo) La recessione si attenua notevolmente, ma l'area dell'euro rischia di dover aspettare fino alla metà del 2010 per vedere la ripresa economica, a causa di "effetti ritardanti" dovuti anche all'atteso aggravamento della disoccupazione. Lo prevede la Banca centrale europea nel suo ultimo bollettino mensile. Dopo che i primi due trimestri dell'anno si sono rivelati "fortemente negativi, l'attività economica dovrebbe diminuire a ritmi molto più contenuti nella rimanente parte del 2009 - si legge -. Ci si aspetta che, dopo una fase di stabilizzazione, i tassi di crescita sul trimestre precedente risultino positivi entro la metà del 2010". La scorsa settimana la Bce ha confermato all'1 per cento il principale livello di riferimento sui tassi di interesse, il minimo mai segnato nei suoi 10 anni di attività. Un valore raggiunto dopo che nei mesi precedenti aveva effettuato ripetute riduzioni per rispondere all'aggravamento del quadro economico. Ora l'istituzione monetaria ribadisce che a questo livello il costo del danaro appare "adeguato", termine che potrebbe indicare un orientamento del Consiglio direttivo - in cui siedono tutti i governatori delle banche centrali di Eurolandia - a non modificarlo per il più breve termine. Dal fronte inflazionistico continuano a non giungere segnali di allarme, i banchieri centrali prevedono che "l'evoluzione dei prezzi nell'orizzonte rilevante per la politica monetaria continui a essere frenata dall'indebolimento pronunciato dell'attività economica". Tornando alle prospettive dell'economia, la Bce spiega che la sua previsione di una ripresa che stenterà a manifestarsi "tiene conto di effetti avversi ritardanti che verosimilmente si concretizzeranno nei prossimi mesi, tra i quali l'ulteriore deterioramento delle condizioni nel mercato del lavoro". Altri fattori di rischio riguardano il settore bancario-finanziario. Nel capitolo dedicato all'analisi delle prospettive delle finanze pubbliche dei paesi membri, la Bce mette infatti in guardia dalla possibilità che "si renda necessario fornire ulteriore sostegno al settore bancario o che siano effettivamente utilizzate le garanzie pubbliche", decise nei mesi scorsi. Sempre la scorsa settimana i tecnici della Bce hanno aggiornato le loro previsioni su economia e inflazione, e soprattutto per quest'anno questo ha implicato una revisione peggiorativa sulla crescita. Ora stimano una contrazione del Pil dell'area euro tra il 4,1 e il 5,1 per cento sul 2009, cui seguirà nel 2010 una dinamica tra il meno 1 per cento e il più 0,4 per cento. Sommesse invece le attese sul caro vita, e in questo caso "il Consiglio direttivo si attende che la stabilità dei prezzi sia preservata nel medio periodo, sostenendo il potere di acquisto delle famiglie". 11 giugno 2009
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